Maroni: "Niente patente ai condannati per droga"

Proposta del ministro leghista per colpire il narcotraffico e ridurre il rischio di incidenti: "Chi spaccia non potrà più guidare l'auto". Per i minorenni giudicati colpevoli il divieto scatterà al compimento dei 18 anni

Maroni: "Niente patente 
ai condannati per droga"

Con una mossa colpisce il traffico della droga e quello, sotto effetto di stupefacenti, sulle strade. Pericolo per sé e per gli altri. «Via la patente a chi viene condannato definitivamente per reati di droga. Se si tratta di minori, non potranno ottenerla una volta compiuti i 18 anni». Il ministro all’Interno Roberto Maroni non nasconde che è una proposta «forte» ma «interessante e da valutare». Potrebbe inserirla «come sanzione accessoria» nel disegno di legge sulla sicurezza allo studio del Senato: «Sì a tutto ciò che serve a disincentivare i giovani a fare uso di droga e ad aggredire i circuiti dello spaccio». Servono politiche educative, insiste, «ma anche la minaccia o la consapevolezza che se faccio uso di droga poi potrei avere come conseguenza anche il non poter guidare la macchina o non avere la patente a 18 anni, ottenendola magari a 20 o a 22». Il capo del Viminale lo ha anticipato ieri a Milano, dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza - con il sindaco Letizia Moratti e i rappresentanti del tribunale e delle forze dell’ordine - dove è stata valutata anche questa ipotesi come soluzione per l’emergenza droga.
«Non basta svuotare la vasca, dobbiamo anche chiudere i rubinetti», insiste il ministro della Lega. Tradotto nella strategia che metterà a punto nel ddl, significa «interrompere i flussi di droga dal Sudamerica, che vengono gestiti soprattutto dalla ’ndrangheta e passano attraverso il porto di Gioia Tauro, e quelli dall’Asia attraverso le regioni balcaniche». Ma sono di ieri anche le 34 ordinanze di custodia cautelare effettuate dai Ros nei confronti di una struttura mafiosa presente al nord e gestita dalla Sacra corona unita, con base a Riva del Garda. «Segno che la malavita organizzata pugliese sta tornando ad uscire dalla Puglia e si è infiltrata anche al nord», fa presente.

Proprio la Lombardia, riferisce la Moratti «ha il primato dell’emergenza droga, nel 2007 ci sono state 4.129 operazioni con sequestri di stupefacenti per 6.798 chilogrammi e 5.952 persone arrestate, dati che sono quasi il doppio rispetto a quelli di altre regioni che sono seconde». E Maroni ribadisce: «La lotta alla criminalità organizzata è soprattutto lotta al traffico della droga, su questo si concentrerà l’azione del Viminale nei prossimi mesi». Nel «pacchetto sicurezza», assicura, «ci sarà una delimitazione più precisa tra spaccio e consumo di droga, presenteremo un emendamento per definirla».

E dato che «l’80% dei condannati per reati di droga è extracomunitario» e «la rogatoria è lunga e spesso inefficace», studierà «la possibilità di creare squadre investigative comuni tra polizia italiana e quella di altri Paesi europei, per svolgere indagini all’estero senza ricorrere a questo strumento». Ma il dato rivela anche l’«intreccio tra lotta all’immigrazione clandestina e al traffico di droga. Se riuscissimo a bloccare davvero gli ingressi clandestini allora si ridurrebbe anche lo spaccio degli stupefacenti».

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