Dalla scrivania dirigenziale alla cattedra universitaria, Beppe Marotta amministratore delegato della Sampdoria e braccio operativo della società di Riccardo Garrone, è stato chiamato dall'Università Statale di Milano per tenere un corso ai laureati in Economia, specializzandi in Diritto sportivo e Giustizia sportiva sul tema «Calcio professionistico e sfruttamento degli assests dei clubs». Una panormaica completa su quello che è il funzionamento del mondo del calcio in Italia, raffrontato a quello delle maggiori leghe europee (Francia, Inghilterra, Spagna e Germania).
Materie che Marotta mastica sin da quando, giovanissimo, cominciò la sua carriera dirigenziale nel calcio, allora nelle vesti di amministratore del Varese, e sulla quale ha portato tutta la sua lunga ed elaborata esperienza: «In Italia stiamo vivendo una realtà particolare del sistema calcio: siamo nell'era dello stadio virtuale più che dello stadio reale- ammette Marotta-. La gente segue il calcio sulla poltrona di casa piuttosto che sui seggiolini dello stadio, ed è una tendenza invertita rispetto agli altri contesti europei». Marotta ha spiegato come il sistema calcio in Italia, dal punto di vista dei diritti tv sia distorto: «L'esempio più lampante è quello degli introiti della Juventus lo scorso anno. Solo il 10% delle entrate veniva dal botteghino mentre il 65% erano risorse derivanti dalle televisioni. Troppe partite in tv e impianti inadeguati e poco confortevoli scoraggiano il pubblico». Dal Varese al Como, dal Venezia all'Atalanta, prima di approdare alla Sampdoria la carriera del dg doriano è ricca di esperienze e in tanti anni, il calcio è cambiato: «Sconvolto dal punto di vista del business economico- conferma-, ma soprattutto stravolto dal punto di vista etico e morale». Spiegare dalle cattedra ipotesi e progetti per il futuro del calcio non sarà stato semplice per un dirigente che, insieme al suo presidente, porta avanti una battaglia molto dura per tentare di cambiare questo mondo: «Garrone è un imprenditore che, arrivando da altre realtà, potrebbe dare un forte contributo per migliorare il sistema, ma è isolato. Difficile trovare alleanze in un circolo così ristretto».
Per quanto può, la Samp si lancia all'avanguardia per un nuovo stile di gestione lanciando l'idea dello stadio di proprietà, un passaggio nel quale la Sampdoria è un raro esempio in Italia, «si è molto indietro perché non c'è aiuto da parte dello Stato. In Inghilterra chi investe in un impianto sportivo è aiutato con defiscalizzazioni e tassi agevolati».
Ieri intanto alla Lega Calcio, le società hanno indicato allunanimità il candidato alla presidenza della Figc: Giancarlo Abete.
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