(...) partite del gironcino, quando incredibilmente Roberto Donadoni non lha fatto partire titolare, preferendogli una volta Di Natale e laltra Del Piero. Che, con tutto il rispetto, è come avere a disposizione Varenne e far correre un pony.
«Metti a Cassano» è la smentita dei gufi che, su tanti giornali, qualche volta anche sul nostro, spiegavano come bolsi soloni che avrebbe spaccato lo spogliatoio, che era un fenomeno da circo, che altri sono i giocatori di calcio. Del Piero, ad esempio, lui sì un bravo ragazzo. Oppure, il centrocampo del Milan che tanto bene aveva fatto durante tutta la stagione. O, ancora, Camoranesi (Camoranesi!) che aveva avuto il coraggio di spiegare a Controcampo che «i campioni sono unaltra cosa».
«Metti a Cassano» è uno dei segreti della nuova Italia, di quella che ci ha fatto sognare laltra sera. Non il principale - quello è Daniele De Rossi e lasciatemelo urlare con tutto lorgoglio di romanista cronico - ma certo Antonio ce ne ha messo del suo nella miracolosa qualificazione. Perchè, ogni volta che è entrato nel secondo tempo e ancor più martedì sera quando è partito dallinizio, Cassano è stato utilissimo alla squadra. Senza strafare, ma semplicemente facendo quello che sa far lui. E cioè toccando la palla.
Vujadin Boskov chiamava gli assist di questo tipo «Palle con occhi» e credo che non si possa trovare un termine più adatto a fotografare le giocate di Cassano. Certo, poi, non è colpa sua se arrivano a Toni lì davanti che non è il solito Toni. Chissà, magari, provare Borriello...
Ovviamente, le «palle con occhi» di Cassano non le abbiamo viste solo noi. Ovviamente, non hanno entusiasmato solo i tifosi blucerchiati. Ovviamente, se ne sono accorte anche le grandi, le stesse che snobbavano Cassano lo scorso anno, quando lunico a crederci era stato Beppe Marotta, che nella vita ha avuto anche delle colpe, ma a cui gli amanti del calcio genovesi dovrebbero erigere statue equestri per aver portato Antonio a Genova.
Pensate che lo scorso anno, quando andò in porto loperazione, gli intenditori di calcio locali e le vedove inconsolabili di Novellino, spiegavano con la loro competenza calcistica di sempre che si trattava di «una scommessa» e che, comunque, gli unici giocatori imprescindibili per la Samp erano Volpi e Palombo, magari anche Bonazzoli.
Oggi, la pensano diversamente.
Metti a Cassano.
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