«Marrazzo ha dato 30mila euro a Brenda»

Patricia Tagliaferri

RomaUn doppio omicidio per eliminare dai giochi due protagonisti scomodi di un circo di ricatti. L’ultima ipotesi della Procura di Roma fa emergere un forte legame tra il pusher Gianguarino Cafasso - morto a settembre in un hotel sulla via Salaria - e il trans Brenda, soffocato nel rogo della sua casa, in via due Ponti, all’alba di venerdì.
Manca l’esito di un ultimo accertamento per inquadrare come delitto anche la fine di Cafasso, l’uomo che avrebbe dato ai carabinieri poi arrestati la dritta su Marrazzo a casa del trans, e che in seguito avrebbe tentato di piazzare il video al quotidiano Libero. Il suo ruolo nell’affaire del presunto ricatto era già accertato. Quello di Brenda si è delineato con la telefonata fatta a luglio in Regione, quando - tra il 7 e il 17 luglio - il trans brasiliano (che aveva già filmato un appuntamento a tre con Piero Marrazzo e il trans Michelle) chiese di parlare con il governatore, qualificandosi con il proprio nome d’arte. Anche Brenda era una pedina nel sistema dei ricatti?
Gli inquirenti lo sospettano, ma mancano pezzi per completare il puzzle. Brenda era in bolletta, al verde, anche se alla sua famiglia, in Brasile, aveva annunciato che di lì a poco avrebbe incassato una bella somma. E ieri, davanti alle telecamere di Porta a Porta, un collega del trans deceduto, China, ha detto che Brendona aveva incassato 30mila euro dall’ex governatore laziale: «Era uscito con Marrazzo, poi mi ha chiamato e mi ha detto di andare a casa sua per vedere una cosa. In quella circostanza ho contato i soldi: erano 28mila euro, 2mila li aveva già spesi». Una cifra «folle», smentisce il legale di Marrazzo, Luca Petrucci, che «dimostra l’inattendibilità dei trans». Sarebbe meno folle se quei soldi fossero serviti a pagare qualcosa di diverso dalle prestazioni sessuali. Forse il suo silenzio?
Di certo ieri nella riunione in Procura c’era anche Francesca Passaniti, il pm che indaga sulla morte di Cafasso, la cui scomparsa finora era attribuita a un’overdose. Era stata Jennifer, il trans che con il pusher salernitano aveva una relazione, a raccontare cosa era successo in quell’albergo, e a mettere a verbale che Cafasso era stramazzato dopo aver fumato cocaina. Proprio dagli esami tossicologici sul corpo dell’uomo sarebbe emersa una novità che potrebbe far propendere gli investigatori per l’ipotesi di omicidio: mischiata alla droga potrebbe esserci stata un’altra sostanza letale. Mentre si lavora sull’esistenza di un asse tra Cafasso e Brenda, la mobile insiste negli accertamenti sulle ultime ore di vita del trans. Nell’appartamento è stato ritrovato solo un mazzo di chiavi, con la porta chiusa a doppia mandata. Secondo gli inquirenti però il trans di mazzi ne aveva tre. Uno dei quali era stato rubato dai ragazzi dell’Est Europa che l’8 novembre l’avevano rapinato. Una strana aggressione: dalla sua borsa, peraltro poi restituita, avevano sottratto chiavi di casa e un cellulare. Considerato che Brenda aveva l’abitudine di riprendere i suoi clienti con il telefonino, quella rapina potrebbe nascondere un blitz mirato. Ma anche considerando il furto, c’è il terzo mazzo, e almeno un altro telefono, che mancano ancora all’appello. Quanto alle utenze di Brenda già note alla procura, i pm sperano di risalire al più presto a clienti e contatti grazie ai tabulati.
Poi c’è il portatile, con il suo carico di segreti che l’acqua del lavandino in cui era immerso non ha danneggiato. Ieri sera sono stati estratti i file. Oggi il loro contenuto verrà esaminato, alla ricerca di nomi o di filmati compromettenti, e di altri elementi che potrebbero aver reso il viado un bersaglio. Un altro trans ha riferito che proprio Brenda gli avrebbe detto che a incastrare Marrazzo sarebbe stato Natalie - quello filmato insieme al governatore durante l’irruzione - assieme a un tale «Giosy».

Non si trascura nulla, in attesa di comprendere la dinamica della strana morte del trans. Ieri la mobile ha incontrato i pompieri intervenuti per sedare l’incendio. Obiettivo, capire come si presentava la scena prima che i soccorritori la compromettessero.

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