Marrazzo: le infiltrazioni sono dietro l’angolo

Marco Morello

I reati nella regione sono in aumento, e l’84,43 per cento di essi si concentrano a Roma e provincia: sono questi i due dati significativi che emergono dalla prima relazione sulla sicurezza nel Lazio. La ricerca, presentata ieri nella sede della giunta, è relativa al biennio 2004-2005 ed è stata curata dall’«Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità». L’incremento complessivo delle violazioni è pari all’8,46 per cento, con Roma che da sola conta il 69,7 per cento dei delitti commessi nel territorio, seguita da Latina (7,9 per cento), Frosinone (3,95 per cento), Viterbo (3,15 per cento) e Rieti (1,49 per cento).
L’osservatorio ha suddiviso le denunce in una serie di macrocategorie per facilitarne l’analisi. Calano a livello aggregato quelle per omicidi, attentati e stragi, tranne che in Ciociaria (+28 per cento), e a Viterbo (+14,3 per cento). A Roma si registrano 78 denunce in più per lesioni dolose, percosse e minacce. Se nei comuni che non sono capoluogo di provincia prevalgono i reati sessuali, nella Capitale si registra invece il 76 per cento delle violazioni contro il patrimonio. Crescono dell’8,6 per cento le rapine in tutto il Lazio, del 20 per cento le frodi informatiche e del 31 per cento le contraffazioni. In calo invece del 9,1 per cento il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione.
Meritano un discorso a parte gli indicatori sulla presenza della criminalità organizzata, che comprendono l’associazione a delinquere, quella mafiosa, il riciclaggio, le estorsioni, l’usura e il traffico di stupefacenti. Secondo la relazione il fenomeno si sta progressivamente ritagliando spazi importanti all’interno del Lazio. A tal proposito Piero Marrazzo, presidente della Regione, si è detto molto preoccupato: «La microcriminalità è ciò che deteriora dal basso la nostra società, è l'elemento davvero corrosivo che abbassa il livello di coscienza della legalità. Non siamo la Sicilia, la Calabria, la Puglia o la Campania, ma dobbiamo fare attenzione: le infiltrazioni e l’inquinamento di questo tipo nella nostra realtà sono sempre dietro l’angolo». Roma con il suo hinterland nel 2005 conta il 70,5 per cento delle denunce regionali di questo tipo, seguita da Latina con il 14,1 per cento. Proprio a Latina l’aumento maggiore rispetto al 2004: raggiunge la percentuale record del 100 per cento, mentre a Frosinone tocca il 45,5 per cento. Il decremento maggiore per spaccio di stupefacenti lo registra Rieti (-27,3 per cento), l’incremento la Ciociaria (+23,6 per cento). Si concentra nei capoluoghi il fenomeno dell’usura; a Roma e provincia avvengono il 68,2 per cento delle estorsioni. Marrazzo ha promesso che farà di tutto per estirpare il fenomeno: «Come Regione - ha concluso il presidente - saremo sempre al fianco delle forze dell’ordine, della magistratura e dei cittadini, per tenere alta la bandiera della legalità».
Di tenore opposto le parole di Fabio Desideri, capogruppo della Democrazia Cristiana al Consiglio regionale, che ha espresso alcune critiche in relazione al quadro tracciato dall’osservatorio e ha chiesto interventi concreti: «Marrazzo - ha detto Desideri - non dovrebbe soltanto dichiarare cose politicamente scontate. Ha invece il dovere morale di enunciare cosa sta facendo o cosa farà, in tema di sicurezza, per eliminare i fenomeni su cui si strutturano le varie forme criminali di cui parla.

Continuerà a definanziare i centri antiviolenza, a tagliare i fondi per il risanamento urbanistico, per lo sviluppo dell'occupazione nelle province e per gli interventi socio-assistenziali nei piccoli comuni? Diminuirà ancora i fondi per la prevenzione degli abusi e del disagio dei minori?». Certe soluzioni, forse, non permetteranno di mantenere le promesse fatte.

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