Stefania Scarpa
«Come promesso in campagna elettorale, dal 1° gennaio nel Lazio non si pagherà più il ticket sanitario». Lo ha annunciato il presidente della Regione, Piero Marrazzo, nel corso della presentazione del bilancio 2006. Con due mesi di ritardo (ma sarà poi vero?) si realizza quindi la promessa fatta da Marrazzo a luglio e che doveva essere mantenuta già dallo scorso 1° novembre. «Se Marrazzo si può permettere unoperazione del genere è la prova evidente che in Regione ha trovato una situazione frutto di una passata gestione sana che gli ha lasciato soldi nelle casse», è il commento del coordinatore regionale di An Francesco Aracri.
E veniamo al bilancio vero e proprio, una manovra che ammonta in totale a 13,4 miliardi di euro, di cui 9,6 miliardi di parte corrente e 3,8 di parte capitale. Marrazzo e Nieri si lamentano da un lato della riduzione da parte della Finanziaria del 3,8 per cento delle spese impegnate nel 2004 e dallaltra del disavanzo della sanità. Il primo dei punti cardine, secondo Marrazzo e lassessore al Bilancio Luigi Nieri, sono infatti le soluzioni strutturali per ridurre il deficit sanitario «ereditato». E poi gli investimenti «consistenti» per far ripartire leconomia laziale, nuove risorse per il welfare, investimenti per la mobilità e lotta agli sprechi. Gran parte dei 9,6 miliardi di euro del bilancio (8) andranno alla sanità, 219 milioni di euro andranno ai trasporti, e 58 alledilizia abitativa. Nel sociale sono stati stanziati 20 milioni di euro per compensare i tagli al Fondo sociale. Il sostegno alle piccole e medie imprese è di 150 milioni in tre anni, per la cultura saranno raddoppiate le risorse destinate ai bandi per le iniziative culturali. Per le strade linvestimento sarà di 100 milioni di euro.
«Più che una manovra finanziaria ci sembra una manovra di propaganda, una superfetazione della campagna elettorale». è il commento del capogruppo della Lista Storace Fabio Desideri. «Marrazzo - prosegue Desideri - afferma e promette la garanzia dei capisaldi del sociale. La verità è che sta smontando il welfare regionale costruito da Storace.
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