Marrazzo paga gli aumenti in anticipo. E il deficit sale

Piero Marrazzo allarga il buco. Della sanità s’intende e per altri 60milioni di euro. Il governatore in barba al piano di rientro che, per ogni impegno spesa extra impone che il via libera arrivi direttamente dai tecnici del ministero dell’Economia, ha deciso di anticipare gli arretrati contrattuali ai 30mila operatori sanitari malgrado il rinnovo di contratto nazionale non abbia ancora il via libera della Corte dei Conti e tantomeno del Consiglio dei ministri. Già, infatti ci vogliono queste due firme in calce per sciogliere il nodo delle liquidità che dovrà trasferire il governo alle regioni e rendere certo il contratto in vigore. Altro che chiacchiere.
Da un lato infatti dev’essere accertata la cosiddetta solvenza e, dall’altro, la disponibilità finanziaria di competenza oltre che quella di cassa. Non è lecito parlare di anticipo di tasca propria come vorrebbe fare il governatore e l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia visto che entrambi qualche giorno fa hanno firmato un documento che, di concerto con la «triplice» bypassa tutte le propedeutiche disposizioni di legge. Una firma che, assieme a quella dei sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil delegati alla Funzione pubblica, prende sotto gamba due aspetti: il primo che sia la magistratura contabile sia il Consiglio dei ministri potrebbero rispedire al mittente l’accordo siglato all’Aran il 29 febbraio scorso; il secondo che, in questo malaugurato caso, non sarebbe peregrino che gli operatori sanitari una volta ricevuti gli arretrati dovrebbero rifondere le risorse in attesa di tempi migliori. La veridicità di queste due possibili ricadute sta nel fatto che nello stesso documento stilato dalla Regione si parla di aver «preso atto della firma dell’ipotesi di contratto del comparto sanità, le parti concordano di erogare a titolo di acconto». Con queste premesse l’incosciente operazione che dovrebbe fregiarsi di mera campagna elettorale si potrebbe trasformare in un boomerang per le casse del Lazio. L’ammontare da anticipare infatti si aggira sui 60milioni di euro: sarebbero infatti circa 2mila euro di media gli arretrati e l’incremento tabellare da distribuire a 30mila operatori. Una bella sommetta che però porterebbe il buco dell’anno corrente, rimasto per il momento ancora scoperto, a passare dagli attuali 585milioni di euro a 645.

E dove si andranno a trovare le coperture economiche? È curioso a dirsi ma il documento siglato dal duo Marrazzo-Battaglia non lo specifica e infatti non ci sono neppure le firme delle direzioni regionali competenti in affari finanziari. Assente pure la firma dell’assessore al Bilancio. Chissà a questo punto quanto acconsentiranno i manager delle Asl alla disposizione dettata. Comunque, qualunque sia il loro comportamento ci sarà la Cisl a controllare.

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