Marrazzo parla, la spesa per i farmaci lievita

Antonella Aldrighetti

La politica sanitaria della giunta regionale, inutile dirlo, è ancora arenata alla prima fase: quella della progettazione. Di fatti, dunque, se ne vedono pochi. Soprattutto se si pensa che, alla luce dei dati sull’incremento del 14,1 per cento della spesa farmaceutica, servirebbe quantomeno una revisione della convenzione con i medici di medicina generale. È l’opinione del vicepresidente della commissione Sanità del senato Cesare Cursi (An) per cui la convenzione è da rivedere in termini di rapporti e regole perché «non serve mettere tetti di spesa - aggiunge - va rivisto il rapporto con i medici di famiglia. I risultati di Federfarma sull’incremento di spesa sanitaria denotano che la giunta di Piero Marrazzo in fatto di programmazione sta ancora agli esordi». Finora, sulla spesa farmaceutica cresciuta spropositatamente la giunta ha continuato a propagandare soluzioni tampone. Tutte reclamizzate con un unico comune denominatore: il risparmio di risorse finanziarie in materia di offerta sanitaria. Eppure il risultato, se non altro sull’andamento della spesa farmaceutica rivela invece un consumo maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si è passati da 700.093.286 di euro, sborsati da gennaio a giugno 2005, a 798.888766 del 2006 mentre, per quanto concerne il numero di ricette, nel medesimo rapporto temporale, sono schizzate da 24.911.422 a 26.758.326. A questo punto c’è da chiedersi come mai, dopo la serie reiterata di indicazioni vessatorie poste nero su bianco dall’assessore alla Sanità Augusto Battaglia in merito all’appropriatezza prescrittiva e al tetto dei 15 euro mensili per assistito, la spesa sia lievitata così tanto. La risposta arriva dall’esponente di An, già sottosegretario alla Salute nel governo Berlusconi, che sottolinea che «malgrado le buone intenzioni del presidente della Regione manca ancora un piano concreto per riorganizzare il capitolo spesa farmaceutica dopo il taglio dei ticket. Vale a dire che non hanno funzionato i controlli dell’ispettorato tantomeno quello delle direzioni, né sono state attuate le procedure per avviare le verifiche necessarie a frenare l’esborso di farmaci. Anche alcuni esponenti della maggioranza di Marrazzo, ad esempio Donato Robilotta (Rnp) nonché i sindacati confederali, si sono mostrati critici». Ma la lista delle magagne sintomatiche di un grosso problema politico e gestionale che tiene in scacco l’amministrazione non termina qui. Tutt’altro, perché ci si mette pure la noncuranza delle norme scritte nella Finanziaria 2006 per la regolamentazione delle liste d’attesa. «I ritardi in questo caso sono esagerati - dice Cursi - visto che già per la fine di luglio la giunta avrebbe dovuto presentare la lista delle 100 prestazioni sulle quali limitare l’attesa. Invece, come del resto verrà fuori nella conferenza Stato-Regioni del 20 settembre prossimo, ci dovrà essere un’altra proroga: altri 90 giorni per arrivare a scrivere il documento».

Negli ultimi giorni però, a tenere banco, c’è pure la «questione Irrcs» sui criteri di nomina dei manager degli istituti di ricerca che il ministro Turco intende riscrivere: a tal proposito Cursi annuncia già un’interpellanza ad hoc. Non dimentichiamo il caso dell’«epurazione» di Cognetti all’Ifo.

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