(...)Lo scorso anno, il Lazio finì nel novero delle cinque regioni italiane più spendaccione in materia di sanità al punto che il governo Prodi ipotizzò addirittura il commissariamento. Ma intanto, la necessità di varare un piano di rientro del deficit sanitario si tradusse ben presto in ulteriori sacrifici, sempre a carico degli incolpevoli cittadini. Il resto è storia recente: gli aiuti di Stato subordinati al raggiungimento di obiettivi di risparmio fissati dal governo hanno indotto Marrazzo a impugnare lascia (al posto delle forbici) e i tagli sono diventati consistenti, anche se non sono stati sufficienti. Tanto che il governo è stato costretto a nominare un sub-commissario per affiancare Marrazzo nellopera di risanamento. Tre ospedali pubblici e decine di cliniche convenzionate chiusi, riduzione delle asl che sono state accorpate, centinaia di posti letto in meno, ticket di 3,50 euro su ogni confezione di medicinali non generici, superticket di dieci euro per la diagnostica. Lui la chiama «compartecipazione equa e solidale» alla spesa sanitaria, ma in realtà è unulteriore stangata i cui effetti si fanno sentire soprattutto sulle fasce sociali più deboli della popolazione.A fronte di tutto ciò, il presidente-commissario trova - incredibile a dirsi - il modo di stanziare, nelle pieghe del bilancio che fa acqua da tutte le parti, una consistente sommetta da destinare a iniziative di formazione e orientamento professionale riservate ai giovani nomadi. Per la precisione, come si legge nella determinazione dirigenziale n. D3237 del 26 settembre 2008, 337.500 euro, Iva inclusa. Dal documento, firmato dai responsabili del Dipartimento sociale della Regione Lazio, si evince che limpegno di spesa viene iscritto nel capitolo di bilancio F21502 dellesercizio finanziario 2008. La semplice lettura della determinazione regionale rischia di far venire lorticaria (non solo per il burocratese) a chi, magari è costretto a pagare 20 euro per una visita a primo soccorso oppure rinuncia a curarsi perché non ha i soldi per le medicine. I 337mila e rotti euro servono per l«avviso pubblico di chiamata di progetti per la realizzazione di iniziative di formazione e orientamento professionale, nonché di realizzazione di tirocini formativi e di transizione al lavoro propedeutici allinserimento o al reinserimento lavorativo per persone di età superiore ai 16 anni appartenenti a comunità nomadi».
Senza rischiare di scadere in battutacce poco «politically correct» sul connubio nomadi-lavoro, sarebbe interessante capire dove finiranno questi soldi. E infatti il documento sancisce la necessità di nominare una «commissione per la valutazione dei progetti pervenuti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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