«Marrazzo rischia di restare a secco»

Senatore Cesare Cursi, che cosa farà la Commissione d’inchiesta parlamentare sugli ospedali, di cui lei è vicepresidente-relatore, dopo le dichiarazioni alla stampa dell’Alto Commissario anticorruzione sul caso dell’Umberto I? «Se il prefetto ha qualcosa di nuovo da dire, ce lo dica. Proprio ieri con il presidente Antonio Tomassini abbiamo stabilito che Achille Serra sarà ascoltato al Senato mercoledì dalla Commissione d’inchiesta. Noi come commissione stiamo lavorando da un anno sul Policlinico, e non è escluso che si possa chiudere il lavoro già fra 10-15 giorni. Con la relazione firmata dal sottoscritto e dall’altro relatore, Paolo Bodini, del Pd».
Mercoledì al Policlinico i Nas hanno sequestrato montagne di documenti sui servizi esternalizzati...
«Se sono appalti riferiti a presunti illeciti amministrativi, tocca proprio all’Alto Commissario intervenire. L’incontro con Serra serve pure a evitare di ripetere le indagini».
Il direttore generale Ubaldo Montaguti ha chiamato (giustamente) in causa l’Università La Sapienza su «eventuali illegittimità commesse dal personale universitario»...
«Le dichiarazioni di Montaguti già le conoscevamo. In questa vicenda quello che ci preoccupa è che nella diffida che il governo ha spedito a Piero Marrazzo sul piano di rientro del deficit sulla sanità c’è un capitolo a parte sui tagli al Policlinico. Prodi pensa di togliere un po’ di soldi pure all’Umberto I».
Che conseguenze avrà la diffida su Marrazzo?
«Senza risposte convincenti, non prenderà i 4 miliardi della Finanziaria di quest’anno, ma rischia di non prendere neppure la seconda tranche della scorsa Finanziaria. Dopo due anni di conti sballati, anche il Pd prende le distanze. Sia Zingaretti sia Di Carlo dicono: noi non ci stiamo. Cioè, chi ha sbagliato, se ne deve assumere la responsabilità».
Che c’è di nuovo sul nodo che blocca il passaggio di proprietà degli immobili del Policlinico dal demanio all’università e quindi all’azienda ospedale?
«Tutti ci aspettavamo che il nuovo governo risolvesse la questione, ma in quasi due anni di nuovo c’è solo un disegno di legge che deve ancora andare in aula. Nel frattempo il Rettore Guarini dice: la gestione della proprietà resta alla Sapienza. Ma questo non vuol dire che sui lavori edili nei padiglioni ospedalieri possa fare come gli pare.

È stato contestato e denunciato pure dall’ordine degli Architetti. Non può affidare, senza bando europeo, importi davvero rilevanti come quelli previsti per i padiglioni».
E quindi, la ristrutturazione?
«È bloccata, è tutto fermo».

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