Per Marrazzo tante grane in famiglia

La carica del milione e mezzo fa traballare la maggioranza regionale. Il grande successo del «Family day» celebrato ieri in piazza San Giovanni ha squarciato ancora di più le ambiguità e le differenze all’interno della giunta Marrazzo. A sottolinearlo è Eugenio Leopardi, capogruppo regionale di quell’Udeur che più di tutti nella variegata maggioranza regionale si è sentito ieri fuori posto. «Se non c’è la onestà intellettuale di votare a favore della legge sulla famiglia - ha detto Leopardi - e capire che è una legge ben impostata ma finanziata poco, sicuramente ci sarà una maggioranza divisa e una spaccatura». Più cauto il collega di partito e assessore regionale alle Risorse umane Marco Di Stefano, che esulta per «la giornata di gioia che ha riconciliato tutti i partecipanti con i valori della famiglia che pochi cercano di mettere in discussione» e che annuncia che «continueremo a difendere quei valori che sono gli stessi valori condivisi dalla maggior parte degli italiani». Frase quest’ultima che non promette certo rose e fiori per il centrosinistra regionale. Di maggioranza spaccata senza tanti giri di parole parla invece Luciano Ciocchetti (deputato dell’Udc): «La maggioranza in Regione Lazio ha dimostrato di essere una realtà inconsistente e incapace di dire “sì” e dire “no”, di prendere qualsiasi decisione. Ha preferito annacquare questa grande iniziativa di tutti». E in consiglio regionale approderà presto una proposta di legge da parte di Stefano De Lillo (Forza Italia): «Prevede - spiega il consigliere azzurro - sgravi fiscali e sussidi per le famiglie numerose e quelle con anziani e disabili. La famiglia, quella vera, è un valore ed è l’unica, duratura ed efficace garanzia di sostegno alla persona: un ruolo sociale che per il bene comune le istituzioni di livello superiore devono sostenere». Un vero «piano Marshall» per le famiglie, secondo la definizione dello stesso De Lillo.
Ma il centrosinistra dovrà riflettere anche in Campidoglio: «Dopo una manifestazione così imponente - sottolinea l’assessore al Personale del Comune di Roma Lucio D’Ubaldo - si ha il dovere di aprire nel centrosinistra un confronto serio sulle politiche sociali. Chiaramente nel Paese si è mosso qualcosa che sfugge al controllo di quella “fantasia al potere” di riformisti senza radici e senza identità. Da oggi i cattolici democratici hanno più responsabilità: dunque il loro contributo, anche in Campidoglio, deve pesare maggiormente nella costruzione di una nuova politica per i giovani e per la famiglia». E il capogruppo di An in I municipio Federico Mollicone sottolinea invece come il presidente del minigoverno del centro storico Giuseppe Lobefaro abbia partecipato alla manifestazione di piazza San Giovanni «senza la fascia che lo qualifica come rappresentante dell’istituzione municipale».

«Evidentemente - denuncia Mollicone - Lobefaro, minacciato dal fronte laicista della sua maggioranza che ha subito l’approvazione della mozione, ha creduto così di salvare capra e cavoli comportandosi in maniera miserrima e oltraggiando il municipio che indegnamente rappresenta. Chiederemo conto di questo suo atteggiamento con un’interrogazione durante il prossimo consiglio».

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