«Marrazzo vittima di ritorsioni» La sinistra accusa gli Angelucci

SANITÀ La Regione aveva deciso di tagliare i finanziamenti ad alcune strutture private

RomaI toni sono forti, i concetti pure di più. Il Manifesto attacca l’editore di Libero e Riformista, Giampaolo Angelucci, tirandolo in ballo come nemico pubblico numero uno dell’ex governatore Piero Marrazzo, costretto alle dimissioni dallo scandalo del video col trans. «Il ricatto delle cliniche», titolava ieri il quotidiano diretto da Valentino Parlato, disegnando un retroscena per cui le dimissioni di Marrazzo avrebbero indotto Angelucci a brindare a champagne. La tesi del Manifesto è che Marrazzo, dopo aver assecondato le richieste di tagli alle spese sanitarie avanzate dal governo, aveva deciso di «far la guerra» all’editore-imprenditore, annunciando appena dieci giorni fa di voler tagliare i finanziamenti alla clinica San Raffaele di Velletri, di proprietà proprio di Angelucci. E che ora che è saltato, il rischio che la struttura chiuda i battenti è praticamente scongiurato. Ma «il ricatto delle cliniche» dov’è? L’articolo del Manifesto snocciola «tre questioni» da mettere insieme «per poi tirare le conclusioni».
La prima, spiega il quotidiano, è che proprio Libero sarebbe «fin dall’inizio tra i più informati sul video che ritrae l’ex governatore laziale in compagnia di un trans e di un certo quantitativo di cocaina», come dimostra il fatto che i suoi cronisti abbiano detto di aver visto il video «già a metà estate».
La seconda questione messa in fila dal Manifesto è molto più complessa. E affronta l’approccio «a geometria variabile» che Marrazzo avrebbe avuto rispetto ai tagli da fare per rientrare dal deficit sanitario. Dopo un primo momento di «docilità», nel quale Marrazzo aveva anche accettato «come vicecommissario Mario Morlacco», che il quotidiano ricorda essere «indagato in Puglia per il giro di tangenti tra Fitto e (guarda un po’ le coincidenze) Giampaolo Angelucci», secondo la tesi del quotidiano il governatore torna battagliero con l’esecutivo. E annuncia che piuttosto che sfoltire le strutture pubbliche, preferisce «chiudere i rubinetti» alle cliniche private sotto i 90 posti. Il San Raffaele ne ha di più, prosegue il quotidiano, ma «la procura di Velletri l’ha messo sotto inchiesta per tariffe e bilanci gonfiati», così Marrazzo era deciso a tagliarla dai finanziamenti, nonostante il parere contrario di Morlacco. Il Manifesto avanza una liaison con la telefonata che Berlusconi fa a Marrazzo per avvisarlo del video. Perché «in quelle stesse ore il governatore si scontra pesantissimamente con Sacconi sul piano sanitario», ma «il 22 ottobre improvvisamente cambia idea» e «si dice pronto a dimettersi da commissario alla Sanità».
La terza questione. Angelucci in passato, secondo il quotidiano di Parlato, è già «riuscito a far dimettere il poco compiacente assessore alla Sanità Augusto Battaglia», grazie a una «campagna mediatica di Libero» e alle «proteste dei lavoratori di Velletri» che adesso sarebbero «prove a carico dell’inchiesta che il procuratore ha fatto sulla clinica». Ora, finito fuori strada pure Marrazzo, c’è l’azzeramento del piano sanitario regionale, e meno pericoli per le strutture che fanno capo all’imprenditore.
Tre elementi, e una conclusione (per la verità poco concludente, quanto al legame con quanto successo): Angelucci ha buoni motivi per brindare.
Ma le frecciatine all’editore-imprenditore non finiscono qui. Ieri Libero ha attaccato il vice di Marrazzo, Montino, sostenendo che una nota discoteca gay sia di proprietà di una società controllata dal politico.

Che replica a mezzo agenzie, puntando non solo contro il quotidiano («Li querelerò») ma anche contro il suo editore: «Non voglio credere che Angelucci abbia fatto una ritorsione nei miei confronti visto che le sue cliniche private hanno avuto un calo di entrate di 30 milioni di euro. Rientra nel piano di risanamento, non è un atteggiamento vessatorio».

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