Cultura e Spettacoli

Martin e Lewis amici-nemici tra successo e mal di vivere

«False verità» racconta la storia di una popolare coppia tv: resta il dubbio, il riferimento è proprio a Dean e Jerry?

Pedro Armocida

da Roma

Il successo e il mal di vivere. Un binomio che è andato sempre di pari passo nel mondo dello spettacolo. Proprio come la coppia di comici raccontata dal regista canadese, ma armeno d’origine, Atom Egoyan nel suo False verità tratto dall’omonimo romanzo di Rupert Homes, pubblicato da Fandango libri in contemporanea con l’uscita del film venerdì prossimo. Ambientato in parte negli anni Cinquanta, False verità ripercorre la storia immaginaria di una popolarissima coppia televisiva negli Stati Uniti, l’inglese Vince Collins (interpretato da Colin Firth) e l’americano Lanny Morris (Kevin Bacon) su cui lo spettatore può sbizzarirsi a trovare citazioni e riferimenti a comici realmente vissuti.
I nomi più ricorrenti fatti sulla stampa, dopo che il film è andato in concorso allo scorso festival di Cannes, sono stati quelli di Dean Martin e Jerry Lewis, soprattutto per i riferimenti alle maratone telethon, anche se, avverte il regista ieri alla presentazione del film, «per il personaggio di Lanny ho pensato di più all'omonimo comico Lanny Bruce, ebreo che punzecchiava il conformismo americano. Per quanto riguarda Jerry Lewis e Dean Martin il riferimento a loro è molto più presente nel libro. Io però non me la sentivo di citarli esplicitamente perché la storia noir è completamente inventata. Così ho creato il personaggio di Colin Firth che è un inglese».
Chiamato in causa, l’attore de Il diario di Bridget Jones e il suo seguito ma anche di Nanny McPhee - Tata Matilda attualmente nelle sale, vuole dire la sua grazie anche a un perfetto italiano (è felicemente sposato con l’italica produttrice Livia Giuggioli): «All’inizio non ero d’accordo con Egoyan perché volevo dimostrare la mia capacità di parlare con accento americano. Poi però ho capito che era giusto creare questo personaggio di un gentleman inglese che tenesse a bada le irruenze di Lanny Morris/Kevin Bacon». Anche se il Vince Collins del film nel privato è quello che meno sa contenersi. «Mi piaceva proprio questo sdoppiamento di personalità, il lato pubblico e quello privato», dice Firth che è in attesa di girare in Italia Toyer il nuovo film di Brian De Palma. «Un personaggio che quando scende dal palcoscenico diventa un animale, beve, si droga e cerca il sesso più estremo. Mi sono immaginato che fosse un inglese poco colto e reinventatosi una volta sbarcato negli Stati Uniti. E ho attinto dalle mie esperienze perché posso sembrare un gentleman ma non ho studiato ad Oxford e, dopo una scuola mediocre, sono entrato all’accademia di arte drammatica senza neanche parlare bene la mia lingua».
Un ruolo difficile quello di Colin Firth che lo vede anche esibirsi in alcune scene di sesso: «Mostrarsi nudo di fronte ai colleghi - continua - fa all’inizio una strana impressione. Superata questa barriera resta però solo una cosa strana fra le tante che caratterizzano il nostro lavoro. Ma ciò che lascia più il segno sono il coinvolgimento emotivo e la violenza.

Ad esempio picchiare un figlio in un film è proprio disturbante».

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