Martin, un maestro per tutti i generi

Martin, un maestro per tutti i generi

RomaEra una relazione pericolosa quella tra cinema e tv, guardata con sospetto dai cinéfili fino a che Martin Scorsese ha apposto il suo sigillo d’autore alla sontuosa serie Boardwalk Empire - L'impero del crimine. È dal 1955, infatti, da quando il mago del brivido Alfred Hitchcock apparì sul piccolo schermo per presentare una sua serie, che si discute sulla nobiltà del cinema e sulla miseria della televisione. Ma due anni Scorsese metteva in campo il proprio talento visionario grazie a 20 milioni di dollari, poi confluiti in costumi costosi, per raccontare l’epopea del proibizionismo, tra Al Capone e Lucky Luciano, come non s’a mai vista neanche al cinema. Produttore della serie, insieme all’attore Mark Wahlberg, nell’età matura Scorsese si è cavato lo sfizio di ragionare come Luchino Visconti, noto per le sue dispendiose attitudini sul set, e lavorare per la Hbo, tv via cavo più commerciale d’America. E adesso che pure i critici superciliosi adulano certe serie televisive davvero ben fatte, altri cinemaestri vanno all’assalto del piccolo schermo. Come Michael Mann, che con la lussuosa serie Miami Vice (1984-1989) ha veramente segnato un’epoca. Sul suo talento nell’ibridare i relativi registri espressivi, Mann ha costruito una solida carriera. E adesso sigla Luck, ancora una produzione Hbo, con l’inossidabile Dustin Hoffman ad aggirarsi nel mondo dell’ippica, tra soffiate, brocchi e scommesse. Era dal 1987 che Mann non tornava al piccolo schermo e stavolta David Milch sceneggia una saga sospesa tra uomini e cavalli, dove la magniloquenza delle riprese non fa più pensare all’angustia visiva del teleschermo. E se Scorsese, con Hugo Cabret in 3D, per la prima volta al cimento con la tridimensionalità, ha già la mente rivolta all’ologramma («Il futuro del 3D? È l’ologramma», ha dichiarato), Gus Van Sant, figura di punta del cinema indipendente anni Ottanta, gira Boss, un seriale politico ambientato a Chicago. E che l’autore di Elephant, amante della divagazione malinconica, impregna di umori cinematografici senza tempo. Poi c’è David Fincher, ora in sala con Millennium.

Uomini che odiano le donne, al lavoro su House of Cards, serie per il Web che vedrà la luce l’anno prossimo, sulla rete Netflix. Però è Scorsese a rimanere testa di serie anche quando lavora per la tv, rospo divenuto principe dopo un suo bacio.

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