Maruska resta a terra con gli intellettuali di Tonino

Le anime belle torneranno alle belle lettere, le ex hostess si imbarcheranno altrove, i ricercatori spirituali torneranno a ricercare, gli storici si rimetteranno a leggere. L’armata di Tonino si è ridotta a sette, i magnifici sette che hanno conquistato il seggio a Strasburgo. Due con le proprie forze (De Magistris e Sonia Alfano), gli altri cinque per scelte di partito tra i primi dei non eletti. L’esclusione che brucerà di più è quella di Carlo Vulpio, giornalista del Corriere (molto amico di De Magistris) che dopo una campagna elettorale solitaria col suo furgoncino e megafono stile votantonio (il partito non lo ha supportato per niente) torna a casa con 38mila voti: l’Idv ha scelto di tenerlo fuori dalle caselle (e dalle logiche) del partito. Entra invece Giommaria Uggias (sì, con la «o»), ex consigliere regionale sardo del Pd, con solo 17mila voti. Che delusione anche per il grande germanista Claudio Magris, insospettabile supporter dell’Idv. Pochi giorni prima del voto aveva invitato a sostenere l’amico intellettuale mitteleuropeo Giorgio Pressburger, candidato nel Nord Est. Magris però ne ha convinti solo 7.930, molti meno dei suoi lettori. Va male agli intellettuali pro-Di Pietro, che forse ora guarderanno a nuovi lidi più redditizi in termini di poltrone. Anche lo storico comunista Nicola Tranfaglia non va lontano con i suoi 2383 voti, diverse migliaia meno dell’altra testa d’uovo, il filosofo Gianni Vattimo, che invece viene ripescato e parte per l’Europa a fare l’agit prop. Malissimo anche gli altri bibliofili rapiti dalla grammatica dipietrista. Luisa Capelli, raffinata editrice della Meltemi (quella che pubblica Vattimo) sta sui 3400 voti e ritorna ai suoi volumi. Con lei anche il ricercatore spirituale (si è presentato così) Luigi Ferrante, già ideatore del Loto, movimento vicino al guru indiano Sai Baba, dovrà meditare a lungo sul motivo della sua candidatura con Di Pietro. Maurizio Zipponi, sindacalista Fiom che stava con Rifondazione e ora spara sul Prc, torna nelle fabbriche. È servito a Di Pietro per accreditarsi tra le tutte blu ma non è stato opzionato.

Stessa sorte per la bella Maruska Piredda, l’ex hostess del cappio, che rimedia poca roba e dovrà rispolverare il tailleur verde e scaldare tè e caffè per i passeggeri. Almeno lei, diversamente dall’altra ex hostess, non vuole fare il Grande Fratello. Almeno per ora.

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