Masciarelli: che fatica diventare un donnone

Arriva la versione italiana del musical Usa. L’attore: messo in difficoltà da tacchi alti e seno ottava misura

da Roma

Gli ci vogliono due ore per farsi bella. Per modo di dire: in testa infila una parruccona cotonata, addosso mette due chili di posticci in lattice e gommapiuma, e poi vai con rossetto, calze, tacchi a spillo. Non è il primo attore maschio che deve fingersi femmina, Stefano Masciarelli: «Però sono di certo il primo che non deve fare l’uomo travestito da donna. Ma proprio la donna». Ricordate Hairspray, il coloratissimo, musical anni ’60, la cui «protagonista» era (senza alcuna motivazione logica, bisogna aggiungere) un John Travolta ingrassato e femminilizzato da trucco e computer? Beh: martedì 30 la prima versione teatrale in lingua non inglese della pellicola hollywoodiana, debutterà nel tempio italiano del musical, il Teatro Sistina di Roma. Per poi toccare, nel seguito della stagione, Milano, Torino, Bologna, Trieste, Catania, Bari, Firenze. E protagonista rigorosamente maschile in panni (e ciccia) femminei, sarà - appunto - Stefano Masciarelli.
«Mi ci si sono voluti tre mesi di preparazione. E ogni sera, dopo un’intera giornata di prove sui tacchi alti, avevo i piedi in fiamme - racconta Masciarelli -. La cosa più complicata? Possedere un seno. E un seno da ottava misura. Quando scendo le scale non so mai dove metto i piedi». Ma attenti, Hairspray non sarà un volgare macchiettone: «Io non farò il travestito, né l’omosessuale. Io sono solo un maschio che interpreta il ruolo di una femmina. Per questo - grasso ed esuberanza a parte - i confronti con Platinette non c’entrano nulla. Lui è un personaggio. Io sono un attore». Tradotto in italiano (comprese le brillanti canzoni di Marc Shaiman, eseguite con orchestra dal vivo) dal regista Massimo Romeo Piparo, e interpretato anche da Simone Di Pasquale (il campione di Ballando con le stelle) e dalla debuttante Giovanna D’Angi «questo musical vuol essere uno spettacolo sfrenato, a metà fra il cartoon, la fiaba e la realtà - spiega Piparo -. Per questo, nei coloratissimi costumi e nella scenografia che trasforma il palco in un enorme televisore, è molto simile al fumetto. Ma contiene anche - sottolineando alcuni passaggi della trama - precisi agganci con la realtà. Come nei temi antirazzisti: alcuni monitor che alle spalle degli attori rimandano le immagini riprese sul palco stesso, a un certo punto dello spettacolo mostreranno i volti di grandi neri del secolo: Martin Luther King, Diana Ross, Spike Lee, Condoleezza Rice, Barack Obama». Inutile far presente a Masciarelli il rischio-confronto con John Travolta: lui ce l’ha presentissimo. «Ma è un confronto che neppure si pone, ovviamente. Lui è troppo super. Sono molto più preoccupato di mantenere il senso della misura. Quando ho saputo che a Broadway l’attore che interpreta il mio ruolo lo fa con la voce da uomo - lui invece usa un mezzo falsetto, ndr - ho respirato. Questo conferma che il personaggio di Edna è soprattutto una magnifica opportunità per un attore».

Così, per trovare la giusta misura, Masciarelli ha preso ad osservare per mesi tutte le donne della famiglia: «Mia madre, mia suocera, mia figlia. Seguivo attentamente tutti i loro movimenti: come parlavano, come si sedevano, come portavano un bicchiere alla bocca. Il mio sforzo è stato, alla fine, di sentirmi un po’ come loro».

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