Sono i loro voti che, probabilmente, domani e lunedì decideranno la sfida per il Campidoglio tra Gianni Alemanno e Francesco Rutelli. E a quei cinquantamila romani che nel primo turno hanno dato la propria preferenza a Luciano Ciocchetti, lUdc ufficialmente ha lasciato libertà di voto per il ballottaggio. Rutelli ha fatto i salti mortali per tentare di sedurre i centristi, arrivando a pubblicare elenchi di «uddiccini» che sostengono la sua candidatura. Ma a favore di Alemanno, che ha già incassato dal centro la dichiarazione di voto di Baccini e della Rosa bianca, si sono schierati molti esponenti di primo piano dellUdc locale. Tra questi, ieri, anche Massimiliano Maselli: nome «pesante» nellorganigramma regionale del partito di via Due Macelli e capogruppo dellUdc alla Regione Lazio. Che, quanto al prossimo passaggio alle urne, non sembra aver incertezze sulla necessità di una scelta alternativa al continuismo di centrosinistra, e appoggia apertamente i candidati del Pdl al comune e alla provincia, Alemanno e Antoniozzi. «Tra Alemanno e Rutelli - spiega Maselli - non ci possono essere né dubbi né neutralità. Rutelli, ricordo ad alcuni amici che hanno firmato un manifesto a sostegno di Rutelli, ma alcuni stanno già smentendo la loro firma, è l'attuale vice presidente del consiglio del governo Prodi. Alemanno fino allultima seduta del consiglio comunale ha condotto, insieme allUdc, una dura battaglia di opposizione allapprovazione, forse non del tutto legittima, del Piano Regolatore di Roma».
Nessuna ambiguità, insomma, anche perché, continua Maselli, dopo il difficile passaggio elettorale alle politiche del suo partito, una riflessione sul futuro dellUdc non può prescindere dalle valutazioni storiche sulla scelta di collocarsi al centro, ma non nel centrosinistra. Scelta opposta, dopo la frammentazione dellex Dc, a quella fatta dal partito Popolare prima e dalla Margherita poi. E anche se dopo gli attriti con gli altri partner della coalizione «abbiamo operato un distinguo rispetto alla Casa della Libertà esprimendo l'idea di un centro-destra diverso», spiega Maselli, lUdc ha «mantenuto fino all'ultimo Congresso Nazionale, lalternativa al centro-sinistra» come punto fermo.
Gli ultimi tre lustri, a livello romano e laziale, non possono che confermare questo ragionamento, e hanno visto lUdc allopposizione rispetto a Rutelli prima e a Veltroni poi in Campidoglio, a Badaloni prima e a Marrazzo adesso in Regione. «Leffetto della mia presa di posizione a favore di Alemanno e di Antoniozzi - racconta il capogruppo regionale dellUdc - è stato immediato: ho ricevuto migliaia tra e-mail, telefonate e sms di condivisione, in cui tra laltro viene sottolineata la coerenza e il coraggio di una scelta chiara. Cè la straordinaria opportunità che il centrodestra a Roma vinca, e lUdc ha tutte le carte in regola per potersi intestare parte del merito di questa vittoria: siamo stati allopposizione per 15 anni a Roma e nel Lazio, e Rutelli era il vicepremier di un governo che ha visto il nostro gruppo parlamentare occupare i banchi dellopposizione. Mi sembra che la coerenza indicasse questa strada, e che la scelta di non scegliere non sia stata la migliore opzione». E ora, insiste lesponente centrista, «occorre affrontare un fatto politico di assoluto rilievo: i ballottaggi del 27-28 aprile e in particolare quelli per il Campidoglio per la Provincia».
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