Massa e Hamilton Appuntamento alla prima curva

Il brasiliano in pole come 7 giorni fa, quando fu beffato da Lewis «Ma stavolta non ci casco, sarò aggressivo, senza lasciar spazio»

nostro inviato a Sakhir

Avanti i secondi. Felipe Massa dimostra di non essere un qualsiasi Barrichello e centra la seconda pole di fila. A dirla tutta, per l’ultimo talento brasiliano si tratta di poker, visto che negli ultimi cinque Gp disputati, considerando anche le due gare conclusive dello scorso anno, ha mancato il miglior tempo in griglia solo in Australia, a causa dei noti problemi al cambio. Per cui si tratta di pilota vero e pilota veloce, deve però superare un altro piccolo - si fa per dire - esame: la prima curva a braccetto con Tiger Woods Hamilton. Il rookie per dirla con parole a stelle e strisce, il debuttante per dirla come noantri più ingordo che si ricordi, è infatti di nuovo lassù in vetta, stavolta prima fila, stavolta accanto al ferrarista che solo sette giorni fa aveva beffato al via. E ha voglia di rifarlo.
I big, quelli consacrati come Alonso (quarto), quelli in perenne ricerca di definitiva investitura come Raikkonen (terzo) sono dietro, ridotti al ruolo di testimoni recalcitranti di uno show che vorrebbero solo per se stessi. Invece, davanti, ci sono i secondi. Dice Massa: «Sono in pole come la settimana scorsa, ma francamente spero che finisca diversamente. Il mio mondiale comincia qui… È venuto il tempo di ottenere buoni risultati, perché finora non sono stato in grado di dimostrare al cento per cento quanto so fare in gara. Lewis ha fatto due grandi partenze, ma anche perché in entrambi i casi gli abbiamo lasciato spazio: ora sappiamo che cosa sa fare, stavolta non ci cascheremo. Il lato positivo di Hamilton in prima fila è che può mettere pressione ad Alonso: certamente, Fernando non è felice di questa situazione».
E sulla sua settimana di patimenti dopo gli errori malesi: «La pole è importante perché devo assolutamente fare un buon risultato in gara, ne ho bisogno. E stavolta, di certo, alla prima curva dopo il via non lascerò spazio ad Hamilton, stavolta sarò molto più aggressivo».
«Quanto dice Felipe non mi spaventa - ribatte secco Hamilton - i suoi sono giochi psicologici per intimidirmi; non cambierò il mio modo di affrontare il via, anche se, come sempre, ragionerò: non voglio vanificare tutto alla prima curva, voglio punti, voglio risultati. Perché mi rendo conto di essere diventato più veloce di gara in gara e perché anche la McLaren ha annullato il divario che aveva dalla Ferrari. Insomma, ci sono tutti i presupposti per una grande gara».
Sorride e si schermisce: «Non avrei mai creduto di trovarmi, alla terza corsa, già in prima fila, ma adesso che ci sono penso alla gara». In effetti, solo giovedì aveva detto: «Quando la prima vittoria? Chissà, magari domenica». Si prepara, il ragazzo, che ieri ha aggiunto: «Che effetto mi fa essere sotto i riflettori da settimane? Bello, ho lavorato tredici anni per arrivare dove sono adesso, e ci sto bene. In testa, ora, ho solo la prima curva: devo farla bene, perché Felipe ha promesso di essere aggressivo e perché è sporca, insidiosa… Io come Tiger Woods? Io sono Lewis, lui è Tiger, io faccio il pilota, lui un'altra cosa, però mi piacerebbe ottenere in F1 quel che lui ha conquistato nel golf».
Dunque, non se le mandano a dire i due ragazzi allo sbaraglio, mentre i rispettivi, e previsti, capisquadra li ascoltano e fanno professione di estrema tranquillità. Kimi: «Ho trovato traffico in pista nei miei due giri buoni però va tutto bene, sono ottimista per la corsa, anche in assetto gara sono a posto. Vediamo come va a finire alla prima curva».

E Fernando: «Conterà molto la strategia… Quale? Non ve la dico, però questo è un tracciato dove è meglio partire carico di benzina e fare molti giri prima della sosta». Frase sorniona per far capire che è pieno come un otre.

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