Politica

«Il massacro contro Fazio mi ricorda il caso Leone»

Il presidente dei senatori dell’Udc: sono contrario alle dimissioni del governatore

Marianna Bartoccelli

da Roma

È un fiume in piena Francesco D’Onofrio, capo dei senatori dell’Udc, nella difesa del governatore Fazio. Ma non soltanto perché si considera amico della famiglia da 30 anni ma perché è convinto che ci sia un attacco mediatico pari a quello che ci fu contro il presidente Giovanni Leone, quando per il cosiddetto scandalo Antilope Cobbler fu costretto a dimettersi. «E dopo 15 anni, poco prima di morire ricevette giustizia di quelle accuse inesistenti e le lacrime di coccodrillo di quanti parteciparono a quel girotondo selvaggio di accuse», ricorda il senatore.
Ma allora non ci furono intercettazioni così ricche di particolari?
«Al di là del rispetto del segreto istruttorio, del rispetto doveroso per chi è indagato (vedremo se si punirà chi ha violato il segreto) non mi pare che i contenuti delle registrazioni configurino atti illeciti. Si sta costruendo l’immagine di un mostro, sia lui che la moglie. Provate a mettere insieme registrazioni telefoniche di chiunque: ne può uscire qualunque illazione».
Ma nel caso specifico c’è un’inchiesta, ci sono dei rapporti di frequentazione e di amicizia con qualcuno su cui il governatore doveva prendere delle decisioni di rilievo, si parla di versamenti...
«Questa è la prova di come si possa mistificare. Versamenti? Ma lo sappiamo tutti quelli che conoscono la famiglia che si tratta di beneficenza, attività principale della moglie. Vedrete quando le cose saranno chiare quanti dovranno chiedere scusa! Quelle intercettazioni dimostrano normalità di rapporti. È diventato un reato parlare? È una vera e propria esplosione di ipocrisia nazionale a fine di eversione. Dobbiamo stare molto attenti».
Accusa la magistratura?
«Neanche per idea. Accuso la stampa e l’uso che sta facendo di questa inchiesta. È lo stesso tipo di massacro del caso Leone: ricordate ? Furono tirati in ballo la moglie, i figli. Terribile».
Esaminerete la questione, per via dei cellulari del senatore Grillo, nella giunta immunità parlamentari?
«E io proporrò che i giornali, quando si occupano di questioni che hanno a che fare con l’economia, scrivano a priori chi sono i propri editori e quindi quali interessi devono difendere. Questa oggi è la vera questione morale di cui il paese ha bisogno. Per carità gli interessi economici sono leciti, ma devono essere espliciti».
Ovviamente lei è contro le dimissioni di Fazio?
«Certo e lo ringrazio di non averlo fatto. Il problema di fondo non sono le sue dimissioni, ma la correttezza delle informazioni. Vuole un esempio? Nessuno ha mai scritto che il mandato del governatore non è a vita , ma il governo può revocarlo quando vuole. Il mandato a vita è una cavolata. Ca..vo..la..

ta».

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