Massimo Lopez da questa sera al Sistina con uno spettacolo interamente dedicato al celebre repertorio di Sinatra «Vi presento il mio amico Frankie»

«Sognavo fin da bambino di cantare le sue indimenticabili canzoni»

Alessandra Miccinesi

Sognando Sinatra, uno swing dietro l’altro, tra canzoni, gags, e amarcord. Massimo Lopez, ex del trio comico orfano di Anna Marchesini e Tullio Solenghi, questa sera debutta al Sistina con «Ciao Frankie», omaggio a una delle più belle voci del ventesimo secolo che si snoda su un pentagramma di 22 brani del miglior repertorio di Sinatra suonati dalla Big Band Jazz Company (14 elementi dei quali 8 fiati) diretta dal maestro Gabriele Comeglio. Lo spettacolo, l’ultimo in cartellone al Sistina, arriva nel tempio della commedia musicale dopo la fortunata tournée estiva e gli applausi riscossi al teatro Smeraldo di Milano.
«È uno show del quale, una volta calato il sipario, sento subito la mancanza. Ricordo che il compianto Pietro Garinei lo ha voluto fortemente, me lo ha ribadito paternamente solo due mesi fa» ricorda malinconico Lopez, felice di tornare sul palcoscenico che negli anni ’90 lo vide protagonista insieme coi colleghi del Trio.
Da My way a I’ve got under my skin fino all’immarcescibile New York New York. In due ore di spettacolo interamente dedicato a «the voice», Lopez - maschera di beffarda comicità che, sotto sotto, nasconde un’anima di cantante di razza - dà vita a un one man show da brivido, intrattenendo il pubblico con curiosi monologhi e intermezzi di cui è maestro, sia in tv che in teatro. «Non racconterò la storia di Sinatra - chiarisce però Lopez -, mi limiterò a cantare una ventina di brani, più o meno noti, intervallandoli a sketch e racconti colloquiali col pubblico utili a chiarire il perché dello show».
Già, perché: che c’azzecca il comico promosso conduttore televisivo, o il testimonial di una buffa campagna pubblicitaria per la telefonia fissa, con Sinatra? «È la realizzazione di un desiderio che coltivo fin da bambino. Realizzato ora grazie all’aiuto sostanzioso della mia famiglia: da quando sono bambino spero di rendere omaggio alla “voce” per eccellenza».
«Parallelamente alla mia carriera d’attore ho sempre seguitato ad allenarmi nel canto» confessa Lopez. I brillanti risultati riscossi nell’ultima tournée fanno ben sperare. Del resto, come afferma il regista dello show Giorgio Lopez, fratello maggiore di Massimo, la sua è davvero una bella voce. «Meravigliosa. E non lo dico perché siamo imparentati, è la verità» spiega il supervisore di uno spettacolo che, oltreoceano, ha già attirato l’attenzione del clan Sinatra.
«È vero - chiarisce Massimo Lopez confermando alcune indiscrezioni circolate recentemente -, sono stato contattato per una performance teatrale e televisiva negli Stati Uniti. Gli accordi sono ancora in corso e io tengo le dita incrociate». Scaramanzia a parte, i toni vocali pressoché identici a quelli di «the voice» e il timbro di velluto consentiranno a Lopez di dare il meglio soprattutto nelle canzoni degli anni ’60 dove è lo swing prepotente ad emergere.

«È un feeling che risale all’infanzia, canticchiavo le canzoni di Frank da ragazzo e lo faccio ancora oggi soprattutto quando sto in auto, che è diventata la mia sala prove: accendo la base e alleno la voce. È un buon metodo per superare l’astinenza da canto che mi assale tra un sipario e l’altro».
Repliche fino a domenica.

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