Anna Maria Greco
da Roma
Ci sarà una «moratoria su alcuni aspetti» della riforma Castelli, non una demolizione. Il neoministro della Giustizia Clemente Mastella conferma le sue arti di politico di lungo corso e nellincontro con i vertici dellAnm conferma che sospenderà parti dellordinamento giudiziario targato Cdl in odio alle toghe, ma non precisa quali, nè come.
Quel che interessa al guardasigilli è buttare giù il «muro dellincomunicabilità» tra Anm e governo e riaprire il confronto, senza consegnare cambiali in bianco. «Dialogo - dice ai magistrati - significa convergenze, contiguità ma anche diversità. Limportante è che tutti si lavori unitariamente. Vi chiedo un contributo per una giustizia più sciolta e veloce che punti allinteresse dei cittadini».
Mastella sa che, sullaltro fronte, gli avvocati sono sul piede di guerra e criticano linusuale visita del ministro al Palazzaccio. È vero, oggi seguirà un incontro con il Consiglio forense, ma sembra un ripiego. Il dialogo sulla giustizia, dice in una lettera aperta il presidente dei penalisti Ettore Randazzo, non può consistere nell«omaggio», «nellaccettazione acritica» delle posizioni dellAnm e sarebbe «inaccettabile» cancellare dalla riforma norme che «sia pure in forma insufficiente sottolineano la distinzione tra giudici e pm o sanciscono una potestà disciplinare finora del tutto virtuale». Con la gerarchizzazione delle procure e la questione dei concorsi, sono questi i punti che le toghe contestano e nei 2 prossimi mesi diventeranno operativi. Il guardasigilli assicura che seguirà «una linea concertativa e triangolare tra ministro, magistrati e avvocati». Concertazione, precisa, non è «condivisione totale o totalizzante» di tutti i problemi. Sottolinea che lAnm non pretende, come sembrava dai diktat contro la riforma, dal governo Prodi unars demolitoria, ma concorda sulla necessità di «ricostruire, in maniera paziente e umile, quello che era stato dissolto pregiudizialmente e preventivamente». E con «grande rispetto per lavvocatura, elemento portante» del dialogo sulla giustizia.
Anche la Cdl si fa sentire. Lexministro Roberto Castelli avverte che se Mastella pensa a un decreto legge, Giorgio Napolitano non dovrebbe firmarlo perché non ci sono i requisiti e Giuseppe Gargani di Fi, chiede che Mastella si confronti con chi la riforma lha voluta, per verificare eventuali «difficoltà nellapplicazione». Intanto, le toghe applaudono. Per il presidente dellAnm Giuseppe Gennaro lincontro è stato «estremamente positivo».
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