Mastella e la tv: «Crozza è becero alla Dandini ho fatto i complimenti»

L’ammissione: «La nostra collocazione naturale è nel centrodestra»

da Roma

Tanto è convinto che «il governo non cadrà sulla Finanziaria» che prima di avventurarsi nei possibili scenari del futuro Mastella parla più volentieri di satira e tv che di politica. Con tanti complimenti alla trasmissione della Dandini Parla con me, che «pur non risparmiandomi legnate lo fa in modo intelligente e divertente». Al punto, racconta il ministro della Giustizia, che «qualche giorno fa ho alzato il telefono e l’ho chiamata». «“Sono il capo della sua banda...”, le ho detto. E lei ha capito subito: “No! Mastella!”». Insomma, tanto di cappello quando «la satira è sana», come per esempio «quella di Vergassola». Mentre quello che il leader dell’Udeur non gradisce è «l’ironia becera il cui unico obiettivo è dare contro». Un esempio? Mastella fa un sorriso e per lanciare il suo affondo a Crozza e alla trasmissione Crozza Italia la prende larga. «Negli anni - dice - qualche mala lingua s’è divertita a dire che la mia piscina a Ceppaloni è a forma di cozza. Diciamo che è a forma di crozza...». In verità, come certificò l’allora premier D’Alema, «il disegno è quello di una conchiglia».
Dalla satira si passa alle trasmissioni d’approfondimento. Promosso a pieni voti Otto e mezzo di Ferrara, «una programma dove al di là delle divergenze c’è sempre un confronto dialettico». «Non come da altre parti», aggiunge. E la domanda viene spontanea: ce l’ha con Floris e Ballarò? Risposta tranchant: «Chi? Ah, Flores d’Arcais...».
Chiusa la premessa ludica, Mastella torna alla politica. E assicura: «Sulla Finanziaria potrà esserci un po’ di guerriglia, ma il governo non cadrà». Perché? «Semplice. Serve un fatto politico e non c’è». Per esempio, dice tornando al suo scontro con Di Pietro, «alla fine mi hanno dato soddisfazione». E, dunque, «quale ragione valida avrei avuto per far cadere il governo?». E i mal di pancia del Prc? «Se non avessero il peccato originale avrebbero già lasciato la maggioranza da tempo. Però c’è il precedente del ’98». La «vera mina da disinnescare», spiega, «è il referendum elettorale» altrimenti «si va a votare». Perché su una questione «di vita o di morte» né l’Udeur né il Prc «possono permettersi di rimanere con le mani in mano». Soluzioni? «Superata la Finanziaria Berlusconi si indebolirà, a quel punto si può trovare un’intesa con chi ci sta, per esempio la Lega». Insomma, fare una riforma elettorale senza Forza Italia? «Mi pare che nella scorsa legislatura Berlusconi abbia fatto tutto da solo...».
I rapporti con il Cavaliere, però, «restano buoni» anche «se non ci sentiamo da un po’, lo giuro». Magari, dice ridendo, «gli mando un biglietto per la nascita del nipotino così dopo mezz’ora mi chiama lui».

In questo, «Berlusconi e Prodi sono uguali». D’altra parte, la butta lì, «la collocazione naturale dell’Udeur è nel centrodestra». Insomma, «se alleati con l’Unione abbiamo preso 600mila voti, con la Cdl potremmo raddoppiare, magari arrivare pure a due milioni».

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