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Mastella: l’Unione non c’è più, rifaccio la Dc

Nasce «Socialisti per sempre». Anche la sinistra ds è in rivolta

Mastella: l’Unione non c’è più, rifaccio la Dc

Massimiliano Scafi

da Roma

L’Unione non c’è più, è sparita, è morta, è stata «cancellata dalla legge elettorale proporzionale» e sostituita da «un centro-sinistra con il trattino». C’è invece, almeno nell’obbiettivo di Clemente Mastella, un’altra Democrazia cristiana: «La nostra sfida è quella di diventare protagonisti della prossima stagione politica e la vinceremo se riusciremo a costruire una piccola grande Dc aperta ai movimenti locali». Eppure, nonostante queste premesse, l’Udeur non salterà il fosso: «Appoggiamo la leadership di Romano Prodi, che non abbiamo mai messo in discussione. Pensiamo a un’alleanza di centro-sinistra, costruita su un pianeta forte e con satelliti ai lati. Noi saremo il satellite di centro».
Ma l’Unione, il partitone, quello non c’è più, ripete Mastella. «Dopo la riforma proporzionale non ha più senso politico e dirlo non è un’eresia». Cosa c’è allora, nel campo dell’opposizione? «Si torna al trattino tra il centro e l’Ulivo, o quello che la sinistra deciderà di fare, e noi siamo il centro». La novità sembra piacere a Mastella, che nella direzione del partito annuncia che al Senato voterà a favore della nuova legge elettorale: «È la nostra scelta, decisa al congresso del 2005 a Napoli». Così per Palazzo Madama l’Udeur, rinvigorita dal brillante risultato alle primarie di domenica scorsa, potrà correre da sola «contribuendo all’acquisizione del premio di maggioranza, un regalo che si vedrà come verrà elargito».
Alla Camera però la soglia d’ingresso si calcola su base nazionale e il Campanile dovrà cercare alleati per superare lo sbarramento del due per cento. Da qui la conferma dell’intesa con il centrosinistra. «Prodi non è in discussione. Saremo dei compagni di strada non subalterni - spiega Mastella -, forti delle nostre tradizioni cattolico-democratiche, fedeli custodi di valori irrinunciabili, a cominciare dalla famiglia e dalle alleanze in politica estera. Saremo un centro comunque determinante per la vittoria alle elezioni politiche della prossima primavera».
Ringalluzzito dalla primarie, il leader dell’Udeur vuole dunque far pesare tutti i suoi voti. «Dal primarie - dice - è uscito un risultato straordinario che ci ha catapultato al terzo posto e ci incoraggia ad andare avanti. Un risultato reale e non dopato, ottenuto con le nostre sole forze, senza grandi corredi economici, con un apparato modesto e senza chat line. Usciamo da questa esperienza più forti e ben consapevoli del ruolo che ci ha affidato quel cinque per cento di elettori del centrosinistra che ci ha votato: lavorare per un centro degasperiano sempre più grande che si allea con una sinistra di governo e non di piazza».
Mastella respinge così le avances di Silvio Berlusconi. Ma respinge anche le accuse di lavorare per il re di Prussia: «Quest’aria di sospetti nei nostri confronti deve cessare». Dubbi e pensieri «ingiusti e inaccettabili» ma che se dovessero continuare, «sarebbero i soli a poter mettere a rischio l’alleanza». Basta a diffidare del Campanile: «Non può più avvenire che si venga criticare per delle aperture fattaci da altri mentre si battono le mani a chi offre vani ingressi nel centrosinistra all’Udc o ad alcuni suoi dirigenti».
Tanto più che il rilancio della lista unitaria e la disponibilità di Francesco Rutelli ad entrarci aprono nuovi spazi all’Udeur. «Di questa ennesima svolta della Margherita - commenta Mastella - noi ne prendiamo atto volentieri caricandoci di nuove responsabilità». Insomma, «una sfida» che si può vincere «costruendo una grande piccola Dc con diritto di cittadinanza per tutti e aperta ai movimenti locali». Mastella pensa a Lombardo, agli ex Udc siciliani, forse anche al gruppo neodemocristiano di Rotondi.

Per questo chiude la direzione lanciando «un appello ai tanti delusi, ai molti in letargo, ai movimenti affini per dare voce politica a un’area culturale, quella di centro, che oggi vogliamo rendere più forte».

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