Politica

Mastella: pronto a cadere con Prodi

da Milano

«Io non ho mai firmato». Chi parla è Clemente Mastella, leader dell’Udeur e ministro della Giustizia, intervistato dal direttore del Giornale, Maurizio Belpietro, per la trasmissione L’Antipatico andata in onda ieri alla 19.30 su Rete4. E l’oggetto della dichiarazione è la parte del programma dell’Unione che riguarda le coppie di fatto. Il Guardasigilli spiega: «La verità è che quando io non ho firmato il centrosinistra pensava di stravincere (e che un partito piccolo come l’Udeur non sarebbe stato determinante, ndr)». La conseguenza della premessa è che, nelle parole del Guardasigilli, «se mi pongono un dilemma, o al governo oppure tu devi firmare i Dico, io esco dal governo». «Pronto a far cadere il governo Prodi?», chiede Belpietro. «Significherà auto-caduta. Cado anch’io», risponde il Guardasigilli, che aggiunge: «Se si ponesse, ma mi pare che l’abbiano scongiurata, la questione di fiducia, io voterei no». Poi il leader dell’Udeur si lamenta della mancata solidarietà nei suoi confronti da parte dei colleghi che hanno preso parte alla manifestazione pro-Dico, dopo le contestazioni e i fischi che gli aveva riservato la piazza. «Un silenzio assordante», commenta.
Quanto all’eventualità che i Dico siano approvati dal Parlamento da uno schieramento trasversale che escluda pezzi di Unione e comprenda pezzi di centrodestra, Mastella prevede che «ci sarà un’altra maggioranza». E quando Belpietro gli chiede che cosa farebbe se passasse la legge sui Dico e qualcuno si facesse promotore di un referendum abrogativo, Mastella risponde che «certamente» si schiererebbe a favore della cancellazione della legge. Anche a costo di spaccare la maggioranza? «Ma su questo - ricorda il leader del Campanile - non c’è la maggioranza».
Il capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, Gennaro Migliore, minimizza senza rinunciare a un pizzico di polemica: «Mi pare non inusuale - dice - che Mastella utilizzi frasi roboanti per poi ripiegare su posizioni più moderate. Quindi non credo che ci siano problemi». Ma in serata il Guardasigilli sottolinea e ribadisce: «Sono buono, non fesso.

Al Senato voterò contro».

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