Con Matarrese la Lega svolta all’indietro

Aveva già ricoperto questo ruolo negli anni 80: «Prima contavano tre club, ora avranno tutti lo stesso peso. Voglio vedere le carte di Rossi»

Gian Piero Scevola

Il nuovo che avanza in Lega si chiama Antonio Matarrese, 66enne imprenditore pugliese, parlamentare per 5 legislature, già presidente della Confindustria del calcio dal marzo 1982 all’ottobre 1987, poi numero uno della Figc fino al 1996 e ancora nel 2003 vicario in Lega di Adriano Galliani. Dopo le dimissioni di Galliani avvenute lo scorso 23 giugno, Matarrese è entrato a sorpresa nella tenzone elettorale (l’ha convinto lo scorso 26 luglio Zamparini a scendere in campo) e ieri è stato eletto al sesto scrutinio con 26 voti su 39, dopo che i precedenti tre erano stati invalidati perché il Chievo aveva fatto votare come suo rappresentante Lucia Morselli, ex ad Stream, che non ne aveva titolo.
Matarrese si è trovato contro molti club (Milan, Inter, Roma, Lazio, Parma, Reggina, Siena, Messina, Udinese), ma ha avuto il voto dello juventino Cobolli Gigli e di gran parte della serie B. Dopo i 24 voti del terzo e quarto «scrutinio», i 25 del quinto (i primi due tenuti il 26 luglio avevano registrato un flop per Massimo Moratti e Rosella Sensi), è risultato decisivo il voto del presidente torinese Urbano Cairo che, su sollecitazione dell’ad del Piacenza, Maurizio Riccardi, ha scaricato le grandi e dato il voto che conta a Matarrese.
E l’Antonio furioso è subito andato all’attacco e ha messo qualche «paletto» a Guido Rossi che aveva minacciato il commissariamento della Lega nel caso non fosse stato eletto il presidente entro il 29 agosto: «Avrà tutta la collaborazione che vuole, solo se rispetterà questa Lega (e da Rossi gli sono subito arrivate le congratulazioni, ndr). Ci vuole tempo per conoscere il calcio, con me non s’era mai fatto sentire, l’ho dovuto cercare io. In Federcalcio vogliono cambiare le regole, ma non possono farlo senza interpellarci: dobbiamo incontrarci, voglio vedere le loro carte. Ora bisogna ricostruire la Lega con umiltà, dobbiamo purificarci, purgare i nostri peccati, ma con Matarrese si cambia, perché oggi è nata una nuova Lega». Avanti poi con gli affondo: «C’erano solo tre squadre che prendevano le decisioni, ma ora le cose cambieranno. Ci sarà rispetto verso i grandi purché i grandi rispettino i piccoli. Rispetto anche per le decisioni del Parlamento e del ministro Melandri. Io sarò un presidente innovatore, un traghettatore che preparerà il futuro con uomini nuovi, come ho fatto nel passato quando ho scoperto elementi come Abete, Ranucci e Valentini. Quanto al nuovo regolamento della Lega, avrà bisogno di essere emendato in base alla mia esperienza. La maggioranza che mi ha eletto è risicata? Meglio, la cosa mi entusiasma, perché qualcuno ha votato con timore. Ora bisogna recuperare il rapporto con le grandi società e mi hanno fatto molto piacere i complimenti di Cobolli Gigli. Il primo atto sarà la costituzione del Consiglio di Lega e poi ho un progetto ambizioso per questa Lega (l’ex segretario Uefa Aigner come direttore generale, ndr)».


E per chiudere: «È stato brutto non vedere i presidenti dei club, quelli che pagano i giocatori, nella finale mondiale di Berlino. Quanto a Blatter, ci ha fatto un affronto non consegnando la coppa all’Italia e anche l’Uefa si è comportata molto male col Milan. Le sentenze? Chi ha sbagliato deve pagare».

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