Roberto Bonizzi
Unora e quaranta davanti alla commissione disciplinare della Fifa. Marco Materazzi ha impiegato un centinaio di minuti (quasi quanti ne ha giocati Zidane nella finalissima dei mondiali) per chiarire il caso che agita Italia e Francia da pochi istanti dopo lultimo rigore calciato da Grosso. La Fifa, attraverso il suo portavoce Andreas Herren, non ha fornito dettagli: «Stanno discutendo per scoprire cosè successo». È toccato alla Figc il comunicato ufficiale, che non svela nulla di più. «Materazzi, accompagnato dal responsabile dellufficio relazioni internazionali della federcalcio, Sergio De Cesare, è stato sentito dai giudici in relazione allepisodio che, durante la finale dei mondiali, ha portato allespulsione di Zidane».
Unaudizione anticipata, rispetto alla data fissata per mercoledì prossimo, perché Materazzi è in partenza per le vacanze con la famiglia, alle Maldive, e voleva evitare un viaggio intercontinentale supplementare. Giovedì prossimo davanti ai giudici Fifa ci sarà Zinedine Zidane, che dovrà fornire la sua versione. In giornata arriverà la sentenza. I vertici del calcio mondiale non escludono di convocare entrambi i calciatori per un faccia a faccia. Insieme a Materazzi anche il suo agente, Claudio Vigorelli, che ha difeso il suo assistito contro lipotesi di una possibile squalifica (si parla di due giornate) nei confronti del difensore, in caso venga riscontrata la provocazione verbale. «Credo che la Fifa debba procedere solo contro le vere reazioni - dice Vigorelli -. Se decidessero di attaccare un giocatore per quello che ha detto sul campo, sarebbero molto occupati in futuro. Specialmente nelle gare importanti è normale che un calciatore inveisca contro un altro». Quindi un riferimento al precedente Totti-Poulsen: «Totti pagò con quattro giornate, poi ridotte e a tre - aggiunge lagente -. Al danese non accadde nulla». Difesa a tutto campo per lazzurro anche perché a rischiare è solo lui. Zidane ha già annunciato il ritiro, qualsiasi pena per Zizou non avrebbe effetto.
Ieri è tornato sul caso il presidente francese Jacques Chirac durante le celebrazioni per il 14 luglio, festa nazionale transalpina: «Il gesto è inaccettabile, ma si può comprendere. Se cè stata una provocazione enorme (laccusa alle donne di famiglia a cui ha accennato Zidane) non si può accettare e si può capire la reazione di un uomo».
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