Materazzi: «Maledetto scudetto ora ce ne dicono di ogni colore»

Claudio De Carli

nostro inviato a Coverciano

Nella partitella giocata ieri undici contro undici sul campo ridotto, Marco Materazzi aveva la pettorina arancione, come quella di Zaccardo, Cannavaro e Zambrotta, in porta Buffon. La squalifica è finita, se gioca o non gioca all’Olimpico non ha importanza, Materazzi esce allo scoperto, come sempre duro ma leale: «Zidane? Sono uscito con le ossa rotte, alla fine ho pagato solo io, ma ho le spalle larghe».
Marco Materazzi e la sua storia eterna, Zidane, la craniata, il mondo, alla fine tutto gira ancora attorno a quel momento, la partita, quella vera, sembra molto più lontana. Ieri un bizzarro «Collettivo nazionale per la verità sulla finale della coppa del mondo 2006», presieduto dall’avvocato Mehana Mouhou ha citato in giudizio Fifa e federazione francese che avrebbero dovuto fare ricorso e mettersi sulle barricate per difendere Zidane. L’avvocato francese sostiene che l’espulsione di Zizou fu irregolare in quanto il quarto uomo la vide solo attraverso la televisione. Ai francesi quella finale non è proprio andata giù, si arrovellano, non si capisce cosa cerchino, di certo l’avvocato Mouhou attende il 7 dicembre quando porterà Fifa e federcalcio transalpina in tribunale. A Coverciano, Materazzi è su altri spazi, dice: «Ho chiesto di far pace con lui fin dai primi giorni, l’ho ripetuto e l’ho sostenuto anche davanti alla Fifa quando mi hanno chiamato e poi l’ho fatto mettere perfino a verbale. Ora c’è la lettera dell’Onu che ci vorrebbe testimonial, tutti vogliono vederci stringere la mano. Bene, se ci sarà un incontro ufficiale vedremo se ci sarò anch’io. Adesso sono io che non so se ne ho ancora così tanta voglia. La Francia e la finale di Berlino? Forse la loro nazionale era più forte della nostra, ma noi eravamo più gruppo».
La squalifica è finita, non il resto: «Mi hanno lasciato solo? Nessuno mi ha difeso? Era anche un momento difficile per il calcio». Gioca duro, non gioca sporco, anche quando deve dire la sua su quanto sta accadendo all’Inter: «Questa squadra viene sempre dipinta in modo sbagliato. Io non discuto quanto è accaduto e quanto sta accadendo e poi rispetto l’opinione di tutti. Scudetto maledetto? Io lo scudetto voglio vincerlo sul campo e sconfiggere questo tabù che dura da 17 anni. E poi vorrei festeggiarlo con le persone che lo meritano». Spiega che ci sono delle norme non scritte da lui e neppure dalla sua società, e queste norme hanno attribuito all’Inter uno scudetto: «Questo non ha favorito il miglior clima verso la nostra squadra», ma ancora una volta spiazza tutti, perfino il suo amico Buffon che proprio il giorno prima aveva chiesto di finirla una volta per tutte con queste polemiche, trovando giusto che lo scudetto fosse stato assegnato all’Inter: «Se proprio volete sapere la mia opinione, lo scudetto dello scorso anno della Juventus era strameritato. Non quello del campionato finito con quel famoso 5 maggio all’Olimpico, in quel campionato successero cose molto strane, il rigore su Ronaldo non dato a Verona contro il Chievo, per esempio. Ma tutto quanto sta accadendo attorno all’Inter mi sta caricando e sta caricando anche i miei compagni, sento che queste polemiche ci stanno rafforzando». Con un distinguo, netto e risoluto, quello sulle intercettazioni: «Premetto che se dovessero intercettarmi, scoprirebbero che porto a scuola i bambini, vado a fare la spesa e poi vado a prenderli nuovamente quando escono da scuola. Ma se dalle intercettazioni dovessero emergere elementi giuridicamente importanti e rilevanti, è giusto che vengano affrontati in sede giuridica». E su Bobo Vieri difesa a oltranza: «Io lo capisco.

È brutto che certe cose molto personali escano e poi venga a saperlo tutto il mondo. Vale per Bobo, ma vale per tutti». Dicono che il titolo di campione del mondo abbia dato a Materazzi una maturità sconosciuta. È gente che non lo conosce, e quando lo vede giocare, si distrae.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica