Matrigne e patrigni di una città che vorrebbe farcela

Matrigne e patrigni di una città che vorrebbe farcela

(...) senza accelerare le pratiche per il ribaltamento a mare degli stabilimenti, di cui si parla da anni e di cui l’azienda - nel momento di maggiore espansione del mercato cantieristico - aveva bisogno come il pane. Magari oggi meno, ma questa è un’altra storia.
Quella firma è l’ennesima fotografia di come Genova sappia perdere le occasioni e non ricambiare l’affetto. Non tanto e non solo per il ribaltamento a mare. Ma è mai possibile che abbiamo la maggiore impresa della Regione, che dà occupazione, che dà lustro ai prodotti genovesi, che dà indotto, che aiuta la città con operazioni come quella della chiatta di Urban Lab o del Nazario Sauro che ha reso il Galata ancor più bello, e poi la trattiamo a pesci in faccia?
L’assemblea ai cantieri di Sestri nei giorni caldi degli scioperi - con Claudio Burlando e Marta Vincenzi che sembravano, a tratti, i capi della rivolta degli operai per il premio di risultato sul risultato non raggiunto - non è stata una bella immagine. Fare campagna elettorale trasformando le cariche istituzionali in argomenti da comizio non è mai bello. E c’è cascato persino qualcuno nel centrodestra, fino all’intervento coraggioso (ci vuole poco, in un certo centrodestra ad essere coraggiosi) di Michele Scandroglio, di Matteo Rosso e di Gianfranco Gadolla, gli unici che si sono distaccati dal coro del pensiero unico di chi corre dietro a chi urla di più. L’intervento finale e risolutivo con gli impegni per la cantieristica del ministro Claudio Scajola ha fatto il resto.
Ma sta di fatto che questa è la città che a Fincantieri deve di più, in termini di prodotto e di occupazione. Ed è quella che dà di meno: il «no» prima anche alla costruzione e poi alla sola possibilità di ospitare le carceri galleggianti, con tanto di evocazione di Alcatraz da parte di Marta Vincenzi, va in questa direzione. A parte il fatto che parliamo di strutture che sarebbero legate alle banchine, ma che c’entra Alcatraz con un’azienda che si inventa idee per creare lavoro e non dover licenziare o mettere in cassa integrazione i propri dipendenti? Ma come si può tentare di fare i primi della classe in circostanze simili?
So che in molti si arrabbiano quando riconosco qualche pregio a Marta Vincenzi. Non c’è problema: lei e la sua giunta fanno di tutto per smentire l’esistenza di quei presunti pregi. Soprattutto - come una via di mezzo fra una Crudelia Demon e una Jessica Rabbit al pesto - Marta fa di tutto per farsi dipingere peggio di come poi magari è. E i suoi non le danno una mano.
L’apertura di un fascicolo da parte della giustizia sportiva sul Genoa in seguito alle parole e alle denunce dell’assessore allo Sport Anzalone, raccontata e commentata ieri su queste pagine dal nostro Diego Pistacchi, è qualcosa che grida vendetta. A parte il fatto che Genoa-Bari non si è giocata per il ghiaccio sugli spalti e fuori e non per le condizioni del campo, ma dove si è mai visto un assessore allo Sport che, in qualsiasi modo, gioca contro il suo settore?
Ricordiamo a inizio campionato, quando le cose andavano benissimo sul campo, i comunicati di giubilo su carta intestata del Comune di Genova? Avevamo scherzato? O è stato solo il cambio di assessore allo Sport?
La serie è lunga: ma è mai possibile dare la colpa ai cittadini del caos dovuto alla neve? Ma le avete sentite le parole del sindaco e soprattutto dell’assessore Scidone? Il fatto di essere in compagnia di dichiarazioni inopportune con il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato non migliora la situazione. Idem, il fatto che un pur ottimo consigliere comunale come Gianni Bernabò Brea abbia detto in modo del tutto inopportuno che «Scidone andrebbe messo al muro», lasciando scivolare la frizione dialettica, non rende certo positivo l’operato di Scidone sulla neve.
Insomma, di amministrazioni che non governano bene, se ne sono viste tante. Pure quella di Beppe Pericu non scherzava.

Anzi, sui fatti, qualche segno di discontinuità si è anche visto e sarebbe sbagliato non riconoscerlo.
Il problema è che poi parlano e che parlano a sproposito. E un’amministrazione come questa ce l’abbiamo solo noi. Non è un motivo di gioia.

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