Matrimoni bizzarri Una lista di nozze all’armeria antiquaria

Di matrimoni bizzarri ne sono stati celebrati a centinaia, in tutto il mondo: sott’acqua, con le bombole, col paracadute, in vetta alle montagne o in groppa all’elefante. Tuttavia a nessuno era venuto in mente, finora, di organizzare la propria lista di nozze in un’armeria antiquaria. Il difficile sarà trovare una sposina disposta a ricevere da parenti e amici, al posto di un set di pentole a pressione, un Pickelhaube (elmo chiodato) della guardia personale del Kaiser, oppure, invece del solito, abusatissimo, tv ultrapiatto, un bel ritratto a olio di Sua Maestà Umberto I. Per le coppie di fidanzati in vena di originalità, da pochi giorni è possibile stilare la propria lista di nozze presso l’Armeria Antiquaria Soligo, nella centralissima via del Babuino.
L’idea è venuta al proprietario, Aldo Soligo, che, circa 40 anni fa, mise in piedi la sua galleria antiquaria grazie a un altro colpo di genio. Acquistava telefoni antichi, li faceva restaurare - a volte dorare - per creare fascinosi oggetti d’arredamento. La trovata sortì l’effetto, tanto che i più famosi divi del cinema, da Ingrid Bergman, a Steeve McQueen, facevano a gara ad accaparrarseli. Poi, la passione per la storia indirizzò il giovane antiquario verso le armi antiche, così che da allora decise di trattare anche tutto ciò che era correlato a esse. Nella sua galleria stipata soprattutto di medaglie, elmi, uniformi, decorazioni, il tema predominante è il Risorgimento: una manìa di famiglia, considerato che il trisavolo del proprietario era uno dei Mille, che cadde a Radicòfani. Tra i clienti più colti e famosi, spiccavano Bettino Craxi e Giovanni Spadolini. Il più illustre dei clienti fu tuttavia re Umberto II, che concesse all’antiquario la qualifica di fornitore della Real Casa. «Oggi la classe politica ha altri interessi - commenta malinconico il signor Aldo - e i giovani non sentono più il fascino di questi oggetti. La legge 110 del 1975 poi, ha fatto il resto, distruggendo un intero settore del commercio riguardante le armi antiche».

Al contrario di quanto avviene in Europa, infatti, in Italia, per acquistare un’arma antica (anteriore al 1890) occorre presentare porti d’arma, nulla osta o licenze per una quantità di scartoffie che scoraggerebbe chiunque.

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