A dirla tutta, Boldi, come rivela a bordo della magnifica piscina che fa da sfondo a diverse scene di questo Matrimonio alle Bahamas, aveva in mente un altro film: «La storia di un professionista che si prende un anno sabbatico per fare tutto quello che aveva sognato e non era mai riuscito a realizzare: sarà un disastro». Il flop della finzione si sarebbe però potuto rispecchiare nella dura realtà del botteghino, deve avergli suggerito qualcuno. Ecco quindi il repentino cambio di rotta con saggio ritorno sulla via della comicità pura. Per aumentare il tasso di umorismo, è stato reclutato il nocciolo duro di precedenti commedie vacanziere, Biagio Izzo (già ricercatissimo menestrello di matrimoni e battesimi a raffica nella sua Napoli e oggi spiritoso timoniere di Stasera mi butto di Raiuno), i Fichi d’India (irresistibili improvvisatori di battute a tempo di rap, tipo: «Tony Renis vende villa bella, bella, bella, ma non sa quando quando quando») e Enzo Salvi (buffo coatto per forza anche nelle chiassose tavolate fuori dal set). In aggiunta, nel ben fornito reparto femminile, la bellona da calendario Victoria Silvstedt e l’eterna Sconsy tv Anna Maria Barbera. Di contorno, extra clown, qualche ragazzone rubacuori, come il reduce da Rivombrosa Raffaello Balzo e l’esordiente made in Usa Donald French.
Tutti riuniti sotto la regia del figlio d’arte Claudio Risi, che si è trovato fra le mani, bell’e cotto, il copione scritto e sceneggiato da Enrico e Carlo Vanzina. E perché non se lo sono diretti da soli? «Semplice, erano impegnati per la terza serie del Ciclone in famiglia, sempre con Boldi, in onda in autunno su Canale 5». Ma come si fa a lavorare sulla sceneggiatura di due rivali? «Ma non diciamo sciocchezze, Enrico e Carlo sono amici d’infanzia, sono stati proprio i nostri padri, Dino e Steno, a farci conoscere quando andavamo nella stessa scuola». «Certo - aggiunge con un punta d’amarezza Risi junior - mi piacerebbe lavorare in modo meno frenetico, e magari fare un film minimalista, alla von Trier, ma mancano i produttori». Per fortuna, replicherebbe Boldi, che sulla pelle conserva la cicatrice di un’altra ustione da pollice all’ingiù, il malinconico Festival di Pupi Avati: «Confesserò che non l’ho capito nemmeno io». Figurarsi quindi se Cipollino intende buttarsi ancora senza rete: «Olé era un film troppo povero, in Matrimonio alle Bahamas non abbiamo risparmiato su nulla, a partire da un cast di ventitré elementi. Come mai qui ai Caraibi? Il pubblico sogna la vacanza e Altissimi, che mi sta insegnando il mestiere di produttore, i film comici. Non per nulla ha finanziato quasi tutti i Fantozzi».
La storia? Boldi è il tassista milanese Cristoforo Colombo, che vive a Roma con la moglie Rosy Corleone (Anna Maria Barbera), ma ha una gran nostalgia della sua città. Sua figlia Valentina (Lucrezia Piaggio) vince una borsa di studio per Miami, dove incontra il ricco compagno d’università americano Bob (Donald French), che la porta a conoscere i genitori, il ricchissimo agente di borsa italo-americano Al Di Giacomo (Biagio Izzo) e la mamma snob Patricia (Victoria Silvstedt).
A farla breve, i due ragazzi decidono di sposarsi, e tutta la famiglia di lei, compreso il cognato degenere di Boldi, il rapinatore agli arresti domiciliari Oscar (Enzo Salvi), è invitata alle Bahamas. Con gli immancabili qui pro quo e risate, si spera, a volontà. Conclude Boldi, che medita di esordire prossimamente anche nella regia: «Il film ricorda, alla lontana, Il mio grosso grasso matrimonio greco, con spassosi contrasti geografici e di ceto sociale. Io - fa il modesto - sono il protagonista per modo di dire, perché largo spazio è riservato ai ragazzi. Insomma - tanto per buttare lì un secondo paragone illustre - un po’ come Poveri ma belli». Diretto, giusto cinquant’anni fa, guarda caso, da un altro Risi, Dino. Se son rose, lo dirà il botteghino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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