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Matteo Renzi, il terrore del Pd ligure

Matteo Renzi, il terrore del Pd ligure

(...) è un esempio per l’Italia e per il mondo: «un esperimento avanzato, interessante per tutto il Paese». Senza dimenticare la facile ironia: «Scajola al governo ha risolto il problema della casa. La sua, ovviamente». Il che, detto da D’Alema, indimenticato protagonista di un’Affittopoli al termine della quale cambiò casa (a suo modo nobilmente), è comunque, diciamo, particolare. Insomma, se io fossi D’Alema non parlerei di case altrui, come gli fece brillantemente notare anche il nostro direttore a Ballarò. E il Pdl Michele Scandroglio ha rincarato: «Perché D’Alema ignora che Scajola è stato prosciolto?».
Ma è stato un altro passaggio quello in cui Max si è superato. E sono state le poche parole su Matteo Renzi, contrapposto proprio al modello burlandiano: «Pensi a fare il sindaco di Firenze. È giovane, crescerà». Sarcasmo, più che ironia. Con i baffi leggermente inarcati. Quasi una conferma indiretta del fatto che il «modello Renzi» è qualcosa che terrorizza il Pd.
Quello nazionale e quello ligure, che - come abbiamo raccontato nelle scorse settimane - ha fatto di tutto per oscurare la presentazione del libro del sindaco di Firenze a Palazzo Tursi: nessun comunicato del solitamente attivissimo produttore di comunicati come l’ufficio stampa del Comune; nessun comunicato del Pd, che pure annuncia anche le visite del viceresponsabile della pesca; nessun comunicato nemmeno della casa editrice. Come se il primo cittadino di Firenze andasse addirittura cancellato, come in una purga dei vecchi tempi. A cui si è ribellato, come spesso accade, il tesoriere del Pd regionale Giovanni Battista Raggi, l’unico che spesso ha il coraggio di uscire dal coro. E che vorrei in qualsiasi partito e in qualsiasi schieramento. Insomma, un Renzi.
Del resto, la provocazione arriva da Andrea Cambiaso, amico broker e fedelissimo della famiglia del Giornale, che si è talmente appassionato alla politica da diventare presidente di «Liguria Moderata», il movimento degli ex biasottiani orfani della barba felicemente eversiva e alternativa alla politica più classica. Cambiaso, solidamente ancorato nel centrodestra, che ormai costituisce una specie di coppia di fatto con l’ex presidente del Municipio Centro Est Enrico Cimaschi, parlando della successione a Silvio Berlusconi ci ha mandato in redazione un’idea surreale: «Lunga vita al Cav, ma quando lui deciderà di passare la mano, l’unico vero successore possibile immaginabile è Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze scompaginerebbe tutti gli equilibri».

E, effettivamente, uno che apre i negozi il primo maggio e dice: «Non voglio rottamare la Festa, ma l’ideologia», è uno tosto, uno da tenere d’occhio. A Genova, ovviamente, i negozi sono rimasti chiusi. E ci si è scagliati contro chi ha aperto.
Poi, parlano di turismo e si lamentano se Euroflora ha fatto 100mila ingressi in meno. Geniale.

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