La guerra di religione è finita. L’«armistizio» porta la firma del Consiglio di Stato. I giudici di Palazzo Spada hanno sancito infatti che «l’insegnamento della religione cattolica sarà valutato nell’attribuzione del credito scolastico e concorrerà all’innalzamento del voto finale dell’esame di maturità ». Una decisione che dà ragione al ministero della Pubblica istruzione; del resto il Consiglio di Stato, con un precedente decreto cautelare, aveva già bloccato l’ordinanza del Tar del Lazio con cui era stato accolto il ricorso di un gruppo di associazioni contro il provvedimento del ministro Fioroni.
La tesi bocciata Ma qual era la tesi, accolta in prima battuta dal Tar del Lazio, e ora clamorosamente rigettata dal Consiglio di Stato? «Oggi l’insegnamento della religione è facoltativo, tanto che il giudizio viene comunicato con una “speciale nota” separata dalla pagella, per cui, non può concorrere a determinare il voto finale dell’esame di maturità. Se ciò avvenisse si darebbe luogo a una “disparità di trattamento” con gli studenti che non seguono l’insegnamento religioso né usufruiscono di attività sostitutive».
La tesi promossa Fioroni però non accetta la decisione del Tar e presenta un ricorso urgente al Consiglio di Stato che ieri gli ha dato pienamente ragione: «La tesi del Tar è palesemente infondata, l’ora di religione va riconosciuta come credito scolatico e deve concorrere alla formulazione del voto di maturità». Del resto, sostenere il contrario avrebbe clamorosamente snaturato la natura stessa del concetto di «credito scolastico » nato proprio per riconoscere «a iniziative formative in ambito extrascolastico un arricchimento culturale o disciplinare specifico ». Qualità tipiche dell’insegnamento religioso e comunque non inferiori a una serie di attività didattiche (alcune decisamente stravaganti) che pure sono abilitate al rilascio degli agognati «crediti».
Al via il 20 giugno Un’ordinanza quindi - questa del Consiglio di Stato - che ristabilisce un principio di buon senso, ancor prima che di correttezza giuridica: «Giusto attribuire definitivamente all’ora di religione lo “speciale bonus” capace di far lievitare il punteggio finale dell’esame di Stato». Contro il provvedimento avevano proposto ricorso in primo grado, tra gli altri, la Consulta Romana per la laicità delle istituzioni, il Comitato degli insegnanti evangelici italiani, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti: sigle più omenoautorevoli che, nonostante lo stop imposto dalle toghe amministrative, sono determinate a non fare nessun passo indietro. Intanto, però, l’incognita dei «crediti» di religione sulla maturità 2007 è stata sciolta. L’ora di religione cattolica resta quindi facoltativa, ma risulterà decisiva nell’attribuzione del voto finale degli esami di Stato che circa 450mila studenti, giunti all’ultimo anno delle scuole superiori, sosterranno a partire dal 20 giugno. Il provvedimento di Palazzo Spada stabilisce che «fin da subito» i docenti di religione partecipino «a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l’attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono di tale insegnamento».
Sette in condotta Per far fronte all’imperversare del bullismo scolastico, da settembre tornerà il voto in condotta: il progetto è del ministro Giuseppe Fioroni che ha presentato il nuovo Statuto degli studenti e delle studentesse al Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Già dal prossimo anno scolastico il «sette in condotta» tornerà ad essere motivo di bocciatura.
Nei casi meno gravi però lo studente potrà «sanare» la scorrettezza attraverso esperienze o atti compensativi di tipo sociale; in quelli più gravi, invece, potrebbe non esserci nessuna possibilità se non quella di essere espulsi e reintegrati dopo la bocciatura e con l’inizio del nuovo anno scolastico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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