Max, Fede e Pippo nuoto di famiglia con vista olimpica

Preparatevi al defilé di nuoto. Sapessi com’è strano parlare di nuoto a Milano. Memo Remigi avrebbe prestato le parole per una canzone. Talmente strano che Milano si è inabissata in un manto di neve e la piscina Samuele sembra un presepe nella neve. Ma poi dentro... «Ha una faccia completamente diversa da quella un po’ rattoppata che conosciamo, quasi un altro mondo». Il racconto è di Samuel Pizzetti, enfant du pays, nel senso di ragazzo di casa, abita a Casalpusterlengo ma la sua vita è tutto uno sbracciare nella piscina poco lontana dall’aeroporto di Linate. Samuel si sciroppa 18 km al giorno per preparare 1500 e 400 metri: conosce bene riga blu e fondo vasca. La sua piscina oggi si aprirà al bello e ai belli del nostro nuoto. Federica Pellegrini sarà la stella acquatica prima di fare la valletta di Gianni Morandi a Sanremo. Poi Massimiliano Rosolino, 60 medaglie al petto, e i suoi fratelli.
Max capitano ad honorem di una nazionale che vuol vincere gare e medaglie, anche se qualcuno pensa già ai figli. Filippo Magnini lo ha appena detto. Il pensiero romantico è quello di avere un bambino con Federica. Max ci ha provato con Natalia Titova ed ora dopo avere scoperto che “padre è bello” continua nella sua pazza idea: un’altra olimpiade (la quinta) da nuotatore in acqua e non da capitano non giocatore. «Perché ci vorrei portare mia figlia, mi piacerebbe vedesse dove è stato suo padre», ha raccontato alla presentazione del trofeo città di Milano (oggi dalle 15, domani e domenica dalle 9 del mattino: entrata gratis) organizzato dalla «Nuotatori milanesi», costola nata nel 1970 dalla celebre Canottieri Milano.
Rosolino è dimagrito di 12 kg, bel prosciugarsi. «L’ho fatto per simpatia con la mia compagna: dopo il parto ne ha persi altrettanti», la battuta. Seguita da verità: «Volevo provare un nuovo equilibrio fisico: anche se non posso più arrivare agli 85 kg dei tempi di Sidney». Quelli erano i tempi in cui vinse un’olimpiade. Oggi: «Sono nato atleta, voglio starci il più possibile ed ho imparato a farmi la buccia». Cioè a vincere, perdere e rimboccarsi le maniche. Max ha 33 anni, il tempo corre. Forse un po’ troppo.
Passano gli anni, e il «Nuoto amore mio» sta diventando il nuoto di famiglia. Per le verità lo è sempre stato: padri, madri, fratelli e sorelle, in vasca (i praticanti sono 5 milioni) perché, dicevano mamme e dottori, nuotare fa bene. Lo ha ripetuto Guido Podestà, presidente della Provincia ma ieri tifoso per passione risalente a 40 kg fa, avendo una «famiglia con le branchie»: sorella olimpionica nello stile libero, fratello delfinista e lui specialista del dorso.


E allora largo a una grande famiglia: oggi in vasca la Pellegrini (200 sl e domani 100) e Magnini, il fidanzato appena battezzato dai 30 anni, i siluri (Dotto e Orsi) dei 100 e 200 m. sl, Fabio Scozzoli il re della rana, Brembilla e la Filippi, fino a Milorad Cavic il serbo re del delfino. Appunto, sapessi com’è strano...

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