Cronaca locale

Maxi-controlli e vertice contro il terrorismo

Espulsi 52 irregolari. Trovati quasi 2 chili di esplosivo a casa di un pregiudicato

Cani antiesplosivo in metropolitana, pattuglie davanti agli obiettivi sensibili, controlli in stazioni ferroviarie, metropolitane e aeroporti, massima allerta per pacchi e valigie dimenticate. A due giorni dalla «grande paura» seguita agli attentati di Londra, Milano cerca di reagire alzando al massimo la soglia d’allerta. Tutte misure che potrebbero anche non bastare, e per questo domani in Prefettura, Bruno Ferrante riunirà il comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, al termine del quale potrebbero anche essere presi ulteriori provvedimenti.
In città sono centinaia ormai gli uomini impegnati 24 ore su 24 a vigilare sulla sicurezza, con particolare attenzione ai trasporti, ma anche a chiese e sinagoghe, sedi diplomatiche di Paesi coinvolti con gli Stati Uniti nella guerra in Irak, caserme e parcheggi delle forze dell’ordine. Sorvegliata speciale, ma non certo da adesso, la metropolitana che con le sue quattro linee sposta quotidianamente un milione di passeggeri, 700-800mila nel periodo estivo.
Già dall’11 settembre, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, è stato predisposto un piano in caso di attacco per la rapida evacuazione dei passeggeri e un immediato accesso dei soccorsi. Contemporaneamente era partito un piano di rafforzamento dei sistemi di videosorveglianza che ha fatto salire a 1.500 le telecamere in funzione, tutte collegate a una centrale di registrazione. Nelle gallerie e nei mezzanini decine di poliziotti, carabinieri e vigili urbani setacciano ogni angolo con i cani addestrati per fiutare esplosivi. Personale in borghese viaggia nelle carrozze cercando di individuare persone o pacchi sospetti.
Grande attenzione poi alla stazione Cadorna, terminale per i pendolari da Como e Varese e intersezione delle linee rossa e verde. Personale Polfer controlla ogni angolo e ogni ripostiglio della Centrale, con particolare attenzione al deposito bagagli dove ogni giorno vengono lasciate 800 borse e valigie. Altre verifiche vengono poi effettuate lungo i binari, fino a fuori città. Qui entrano in azione i carabinieri su cui cade il peso della vigilanza in provincia, compresi quindi tutti gli obiettivi sensibili, tra cui stazioncine, rete ferroviaria e centri urbani più popolati.
Proprio nell’ambito di questi controlli, il personale dell’Arma ha scovato un chilo e mezzo di esplosivo in casa di un pregiudicato di 36 anni di Lonate Pozzolo in provincia di Varese. Il ritrovamento è stato fatto nel corso dei «pattuglioni» regionali svolti ogni fine settimana che questa volta ha impegnato circa 2mila uomini e 900 mezzi. In linea di massima la funzione è mirata quasi esclusivamente alla prevenzione e alla sicurezza stradale. Ma questa volta il servizio è stato impostato anche in chiave antiterroristica, utilizzando artificieri con metal detector e rilevatori di esplosivi, unità cinofile e pattuglie mimetizzate. Alla fine i carabinieri hanno controllato 7mila persone, 142 poi arrestate, di cui 83 extracomunitari, portato 52 clandestini in questura per l’espulsione, setacciato 9 campi nomadi e 24 aree dismesse. Il vicesindaco Riccardo De Corato ha ringraziato l’Arma «per la brillante operazione svolta», e ha ammesso che Milano, «insieme a Roma», è il «primo obbiettivo in Italia per possibili attacchi terroristici. In un momento come questo i milanesi hanno bisogno di serenità e sicurezza».
C’è insomma la sensazione che le forze dell’ordine stiano producendo il massimo sforzo per assicurare la tranquillità dei cittadini.

Tuttavia potrebbe anche non bastare, per questo all’incontro previsto per domani in Prefettura parteciperanno, oltre a Ferrante anche il questore Paolo Scarpis, i comandanti provinciali di carabinieri, Cosimo Piccinno, e Finanza, Michele Carbone, oltre agli assessori comunali, provinciali e regionali, alla Sicurezza.

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