Maxitruffe alle banche, sei persone arrestate

Giacomo Legame

Sei ordinanze di custodia cautelare in carcere per sei persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerose truffe ai danni di banche, falso materiale, falso ideologico in atto pubblico e ricettazione.
Gli arrestati facevano parte di una organizzazione che da anni operava nella zona del Sud-pontino. Grazie al titolare di alcune agenzie immobiliari, A.C., la banda acquistava appartamenti di modesto valore da privati in difficoltà economiche o sociali come anziani e immigrati. Il bene veniva poi fatto periziare da un esperto del settore, fiduciario di banche e ritenuto la mente dell’organizzazione. Il bene stimato veniva fatto risultare come un immobile ben più alto, fino al triplo, del reale. Sulla scorta di questo elemento la banda riusciva a ottenere mutui dalle banche superiori al valore reale del bene. Una volta incassata la somma, l’organizzazione versava le prime rate del mutuo e poi smetteva di pagare. Quando gli istituti bancari avviavano le procedure per rifarsi sull’ipoteca scoprivano che il valore dell’immobile era molto inferiore al mutuo concesso. I componenti dell’organizzazione non erano però identificabili perché proprietà, mutui e conti correnti venivano intestati a dei «prestanome» oppure a persone del tutto ignare.
Le indagini, infatti, sono state avviate nell’agosto scorso in seguito alla denuncia di una donna che casualmente aveva scoperto di essere intestataria di un’abitazione e di avere ottenuto un mutuo da una banca proprio sulla scorta di tale proprietà.
Sulla base dell’inchiesta, condotta da Polizia di Stato e Secondo gruppo della Guardia di Finanza di Roma, sabato scorso sono state emesse le sei ordinanze di custodia cautelare in carcere per i reati di associazione per delinquere finalizzata a truffe in danno di banche, falso materiale e falso ideologico in atti pubblici, ricettazione. Gli arrestati sono A.C., di 50 anni, titolare di agenzie immobiliari che si trovano nel Sud-pontino e collaboratore del Formia Calcio; S.R., di 53, ingegnere-relatore di perizie-tecnico estimative in qualità di perito fiduciario di banche, la mente dell’organizzazione; le segretarie A.A., di 29 anni e M.M., di 50; C.M.J., di 44, mediatore finanziario; T.M., di 30, procacciatore d’affari.
Il giro d’affari, secondo quanto accertato dagli investigatori, si attesterebbe intorno ai sei milioni di euro.
È stato accertato, ad esempio, che in un caso la banda aveva ottenuto da un istituto di credito una cifra considerevole a titolo di mutuo, concesso sull’ipoteca di un immobile del valore di 50mila euro reali che era stato stimato successivamente 200mila euro. Secondo quanto appurato, le banche non avrebbero però alcuna responsabilità nella vicenda. L’organizzazione, infatti, per ottenere il mutuo predisponeva documenti personali, fiscali, tributari, del tutto falsi.


Gli agenti del commissariato Salario-Parioli, diretti da Mario Lucidi e i finanzieri del Secondo gruppo ritengono che l’organizzazione operasse da alcuni anni e che con questo sistema abbia acceso un centinaio di mutui. Cinquanta di questi al momento risultano essere fittizi, per i restanti proseguono invece le indagini, che vanno avanti anche alla ricerca di altri membri dell’associazione criminale.

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