«Mi piacerebbe fare come Bud Spencer, buttarmi in una carriera di attore e diventare così famosa che gli altri si dimenticheranno che sono stata un'atleta. E poi voglio dare un fratellino a Larissa». A meno di un mese dal suo addio al salto in lungo Fiona May si confessa ai microfoni di Radio Capital in un'intervista che andrà in onda la prossima settimana. La May racconta la sua nuova vita oltre le pedane: «Non volevo saltare fino a 40 anni, volevo fare la moglie e la mamma a tempo pieno e anche imparare una nuova professione». L'attrice, appunto, visto che a giorni Fiona comincerà le riprese di Butta la luna, una fiction per la tivù che la vede nel ruolo di protagonista.
«Sto studiando moltissimo - racconta - e ho una gran paura, quando mi hanno chiamata per il provino ho pensato a uno scherzo, però mi piacciono le sfide». Quelle sportive le ha tutte in testa, a partire dagli ori mancati: «Tre: alle Olimpiadi di Barcellona, quando sbucò dal nulla una nigeriana con precedenti di doping che fece un salto pazzesco e dopo quel salto scomparve; ai mondiali di Siviglia, quando mi batté una spagnola con un salto irregolare che i giudici spagnoli non riconobbero; a Sydney, quando mi batté la Drechsler, una mamma, che mi abbracciò, ma mi bruciava lo stesso».
Fiona su Radio Capital si definisce un'atleta pura a dispetto di «tante altre». Chi? Marion Jones, ad esempio: «Si vedeva benissimo che saltava come un cane, male e fortissimo. Tra noi dell'ambiente lo pensavamo tutti, ma non avevamo prove. Poi, di fronte allo scandalo Balco la Jones si è ritirata».
Nata a Londra, di origini giamaicane, trapiantata in Toscana, ormai da 11 anni è nostra concittadina in tutti i sensi: «Mia madre dice che nei modi, nelle reazioni, nella passione per la cucina (salsiccia e fagioli e ragù i piatti preferiti) ormai sono proprio italiana».