Erano oltre cento gli equipaggi provenienti da mezza Europa che, sulle loro brillanti Mazda Mx-5, si sono ritrovati a Le Mans, lo scorso 13 e 14 giugno, in occasione della 77ma edizione della "24 ore", per il raduno organizzato da Mazda France. Motivo? Festeggiare il compleanno numero 20 del più venduto e diffuso spyder al mondo, da quando esistono le quattroruote scoperte a due posti. E mai occasione poteva essere migliore. In un "camp" allestito secondo i più classici canoni sportivi, proprio a fianco del rettilineo di Mulsanne (dove le vetture "prototipo" corrono a 330 chilometri/ora), simbolo della più affascinante gara di endurance al mondo, si sono dati appuntamento dunque "miatisti" dal nickname Miata con cui la Mx-5 è conosciuta e amata negli Usa) di ogni età, per brindare all'insegna di una comune passione e trascorrere una "due giorni" davvero indimenticabile, dentro e fuori il circuito della Sarthe. A proposito di circuito: nessuno infatti oserebbe dimenticare che, nell'ormai lontano 1991, un prototipo Mazda, equipaggiato con un innovativo motore Wankel a pistoni rotanti (una vera raffinatezza tecnica, meccanica e tecnologica), trionfava a Le Mans dopo le consuete massacranti 24 ore di corsa ininterrotta, stabilendo un primato ancora imbattuto: la prima vittoria a Le Mans di una vettura giapponese e la prima vittoria di un'auto dotata di un "rotary engine", considerato fino ad allora un "outsider", senza alcuna possibilità di vincere. Ebbene: la lezione (e la batosta) deve essere stata talmente significativa che - guarda caso! - dall'anno successivo il regolamento della competizione ha escluso la possibilità di partecipazione per vetture equipaggiate con motori Wankel, soluzione nella quale la Casa di Hiroshima aveva investito per anni con tenacia e lungimiranza, anche in funzione di una sua pratica "traslazione" nella produzione di modelli di serie.
Bene, a 18 anni di distanza, Mazda ha conquistato di nuovo il podio con la vettura numero 24 del team "Oak Racing", guidato dal managing director e driver francese Jacques Nicolet, vettura - allestita su telaio Pescarolo e dotata di un propulsore quattro cilindri di 2000 centimetri cubici turbocompresso da 500 cavalli ca - che ha corso nella categoria Prototipi LMP2.
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