Il ticket da dieci euro sulle richieste di esami diagnostici e visite non cè più. Ma i cinque mesi in cui è stato applicato non vanno giù non solo a chi ha dovuto pagare, ma anche a quelli che, fin dal primo momento, sia pur dallinterno, avevano criticato la decisione del centrosinistra di penalizzare così la sanità. Come Piero Randazzo, responsabile della Sanità per Unione a Sinistra, che non ci sta a fare i complimenti al senatore dellUlivo Graziano Mazzarello per la cancellazione del balzello. «È stata una nostra battaglia fin dallinizio - dice Randazzo - e allinizio eravano soli e soli per lungo tempo abbiamo lottato. Mi auguro che, per il futuro, i nostri rappresentanti in parlamento prima di votare provvedimenti che penalizzano così i cittadini, e i cittadini più deboli perché malati, stiano più attenti, per evitare la fatica di doversene pentire e di dover raccogliere firme per eliminare le cose assurde, che qualche mese prima avevano votato, proprio come ha fatto Mazzarello».
Infatti il problema dei costi dei ticket va considerato anche tenendo presente che su ogni ricetta si possono scrivere un numero limitato di prescrizioni. «È capitato che per fare una cura a base di ferro con quindici fiale in ospedale, i cittadini abbiano pagato un ticket di 92,30 euro», dice Randazzo che potrebbe portare ancora molti altri esempi. «È inultile che la sinistra che è tornata sui propri passi adesso voglia passare per eroina e voglia anche i ringraziamenti: infatti i dieci euro di ticket non dovevano essere varati fin dallinizio. Adesso chi li ripaga i cittadini che in questi mesi hanno dovuto affrontare gli esami?».
Randazzo è negli ultimi tempi molto critico anche con la gestione sanitaria regionale. «Mi sembra che la Regione non faccia scelte giuste e consapevoli - dice il responsabile di Unione a Sinistra per la Sanità, che non condivide il lavoro dellassessore Claudio Montaldo -.
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