Diego Pistacchi
Alla prima «trombatura» disse: «Meglio fare il presidente di commissione che il sottosegretario». La «volpe» Mazzarello pensava che la favoletta finisse lì, e che una volta fallito lassalto alluva, non ci fossero problemi ad addentare almeno un torsolo di mela. Invece tra le zampe gli è rimasto un fico secco. Il senatore Graziano Mazzarello, ormai «decano» dei parlamentari diessini genovesi insieme ai compagni Aleandro Longhi e Roberta Pinotti, il cuore su ce lo aveva messo davvero. Ma visto che Prodi per lui non aveva neppure in serbo posti da vice ministro, si era rassegnato alla «poltrona» di presidente di commissione. Quella di «Lavori pubblici e comunicazioni» al Senato era la sua, fatta apposta per lui. Almeno sembrava. Lelezione, quella che doveva essere una formalità, ha invece premiato Anna Donati.
Il giallo dei senatori rossi ha autorizzato ogni tipo di interpretazioni. Tra tutte le voci di Palazzo (Madama), la più verosimile era quella che voleva lesperto Mazzarello messo da parte perché troppo giovane. In sostanza, visto che al Senato maggioranza e opposizione sono alla pari, con pari numero di rappresentanti in ogni commissione, i rispettivi candidati presidenti avrebbero con buona probabilità preso gli stessi voti. In caso di parità, per regolamento, sarebbe stato eletto il più anziano dei due. LUnione temeva cioè di perdere troppe commissioni e avrebbe quindi puntato sui suoi «cavalli» più anziani. Questa tesi avrebbe offerto una giustificazione allennesima «trombatura» di Mazzarello, ma purtroppo, carta didentità alla mano, Anna Donati è più giovane di lui di ben nove anni. E allora? Allora forse una mezza verità resta. Cioè lUnione ha dovuto scegliere i suoi senatori più anziani per conquistare altre commissioni che sarebbero altrimenti andate perse, ma alla fine non poteva avere tutte le presidenze e si è dovuta accontentare di cederne qualcuna agli alleati. In questo caso i Ds avrebbero scelto di sacrificare ancora una volta Mazzarello per dare la commissione Lavori pubblici e comunicazioni a Verdi e Comunisti Italiani. Così il povero Graziano si è ritrovato a essere soltanto un componente semplice della «sua» commissione.
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