M&C, è guerra di Opa tra Tamburi e Segre sul fondo di De Benedetti

Terza e quarta manche, tutte in un giorno, nella partita di Management & Capitali. La famiglia Segre e la Tamburi Investment Partners approfittano della calura agostana per darsi nuovamente battaglia per il controllo il fondo di turn around fondato dall’ingegner Carlo De Benedetti, migliorando le rispettive Opa presentate tra giugno e luglio. La palla torna ieri mattina nel campo torinese dei Segre, che rilanciano, salendo da 8 a 11 centesimi di euro in contanti per ogni azione. Immediata la risposata di Tip, che mette sul piatto 10,5 centesimi in contanti, rispetto ai 9 dell’offerta precedente, più una parte in azioni che rimane immutata. Entrambe le offerte sono soggette ad un margine di variabilità a seconda del numero di titoli propri detenuti dalla società e di stock option eventualmente conferiti all’offerta. Ma in sostanza questi sono i valori: i Segre (attraverso Mi.Mo.Se) pagano tra 10 e 11 centesimi, tutti in contanti, mentre Tip tra 11,43 e 12,21 centesimi, anche se con una componente in carta. Opposte peraltro le strategie: i Segre vogliono dotarsi, attraverso M&C, di un veicolo di investimento quotato in Borsa; Giovanni Tamburi pensa invece ad una fusione con Tip.
Non è particolarmente ricco il portafoglio di partecipazioni della M&C: le pellicole della Cuki, il lanificio Botto di Biella e la partecipazione nella tedesca Treofan. D’altra parte il fondo, immaginato dall’Ingengere come veicolo per ristrutturazioni aziendali, non ha avuto una storia gloriosa. Tanto che gli azionisti (oltre a De Benedetti, i Segre e Tip anche Della Valle, Cerberus e diversi fondi) ne hanno deciso un drastico ridimensionamento, approvando la restituzione di gran parte della cassa, 254 milioni su 300.
Non ci sarebbe ora da stupirsi - è il caso di dirlo - se dovessero arrivare nuovi colpi di scena, anche se i margini di manovra si stanno assottigliando per tutti, pure per un’eventuale terzo incomodo. Quell’Alessio Nati, amministratore delegato di Investimenti e Sviluppo, che stava studiando una sua offerta a titolo personale insieme ad un gruppo di imprenditori. Il punto è che la liquidità che rimarrà in azienda viene valutata sui 12 centesimi per azione, dunque spostando tutta la partita sull’abilità del compratore di creare valore a livello strategico dalle partecipazioni e dal patrimonio della M&C.

Ma è comunque un dato di fatto: su quello che resterà del fondo (una sessantina di milioni di liquidità più gli asset) si è accesa una battaglia a colpi di rilanci, sicuramente non usuale di questi tempi.
Praticamente invariati entrambe i titoli coinvolti, nella seduta di ieri. M&C ha chiuso a 0,74 euro, Tip a 1,18 euro.

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