Fu amore a prima vista quello scoccato fra un violinista americano molto conosciuto in patria ma da noi ancora no, e Roma, quando la visitò nel 2003, ospite dellAccademia americana, al Gianicolo. Quel violinista, Robert McDuffie, decise che a Roma sarebbe tornato regolarmente, ma non come semplice turista, bensì per impiantarci un festival di musica da camera. Cercò e trovò amici e sostenitori e partì con limpresa nel giugno 2004, con la formula del festival-laboratorio: per due settimane consecutive, un drappello di ottimi musicisti americani o di altre nazionalità, assieme a un gruppetto di altrettanti noti musicisti italiani - letà media notevolmente bassa fin dalla prima edizione, perché McDuffie volle che questo suo festival fosse un festival di giovani - daranno vita a un festival. I musicisti invitati giungono nella capitale alcuni giorni prima del concerto pubblico e, nella stessa sede concertistica, mettono a punto il programma, seguiti con attenzione anche da un gruppetto di giovani «allievi», alle singolari masterclass che si configurano perciò come una bottega musicale.
Dallinizio i programmi sono sempre stati due, ciascuno ripetuto tre volte, nelle settimane centrali di giugno. La ripetizione dei programmi si rese necessaria, perché il festival scoprì lesistenza di un pubblico diverso da quello che frequenta le sale da concerto cittadine, e in media più giovane; ma soprattutto per ragioni logistiche e di capienza. Mc Duffie ha sempre voluto sale di piccole dimensioni, più raccolte e di conseguenza più consone a far vivere, con una partecipazione quasi fisica, lesperienza esaltante della musica cameristica, che ora si può cogliere anche attraverso le immagini di un bel libro fotografico di Giuseppina Caltagirone, anima «italiana» del festival. Poi, nella ricerca di una sede sostitutiva dellAccademia americana, la scelta è caduta sul suggestivo Oratorio del Gonfalone che, quest'anno, per la coincidenza dei 500 anni di Via Giulia, dà al festival un appeal in più.
Lapertura della quinta edizione del festival (martedì 17, mercoledì 18 e giovedì 19 giugno), vede per la prima volta insieme a Mc Duffie un ensemble di casa, reclutato fra gli archi dellorchestra ceciliana. Il matrimonio si è reso necessario per lesecuzione delle Quattro Stagioni vivaldiane. Nella seconda parte del concerto, si cambia atmosfera e musica, il gruppo «Krakauers Acoustic klezmer Madness» (clarinetto, fisarmonica, basso acustico) capitanato dal celebre clarinettista David Krakauer, in una improvvisazione, per «gridare al mondo la musica klezmer nellera del rock».
La settimana successiva (24, 25 e 26 giugno), Haendel, Schumann e Schubert. Una Passacaglia di Haendel a mò di preludio; a seguire il Quartetto con pianoforte op.47 di Schumann (accanto ai solisti americani: Amy Schwartz Moretti, Roberto Diaz e Julie Albers, la pianista italiana Elena Matteucci), e , per finire, il Quintetto per archi D 956 di Schubert, con gli stessi solisti di Schumann, ma con laggiunta del secondo violoncello (Andres Diaz) e di McDuffie, primo violino.
I concerti iniziano alle 21. I biglietti (10 e 20 euro) si possono acquistare fin dora, attraverso il circuito prenotickets. Informazioni: 06.32650719. www.romechamberfestival.org
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.