nostro inviato a Gedda
Economia e interscambio, certo, in nome di quella che Silvio Berlusconi chiama «diplomazia commerciale». Ma anche tanta politica estera, visto che la visita del Cavaliere arriva a pochi giorni da quella del francese Nicolas Sarkozy e precede il viaggio dello spagnolo Josè Zapatero. La dimostrazione del fatto che Riyad ha deciso di dare una decisa accelerazione alla sua attività diplomatica per ritagliarsi un ruolo da mediatore nello scacchiere mediorientale. Sul tavolo, infatti, ci sono diversi dossier: Afghanistan e Irak, ma anche Somalia e Yemen. E in particolare il conflitto israelo-palestinese e le preoccupazioni per lIran.
Colloqui soddisfacenti quelli di Berlusconi, che ha prima un faccia a faccia con il ministro delle Finanze Ibrahim Abdul Aziz Abdullah Al Assaf, poi un incontro con il principe e vicepremier Naif Bin Abdul Aziz e infine una cena con Re Abdullah tra le immense stanze del palazzo di Gedda destinato agli ospiti reali.
Non a caso, è lo stesso Cavaliere a sostenere nei fatti la necessità che lArabia Saudita si ritagli un ruolo di interdizione nello scacchiere mediorientale. Perché, spiega incontrando i giornalisti in compagnia di Palo Bonaiuti, «lEuropa tutta ha molto apprezzato il ruolo di moderazione» di Riyad «nei momenti in cui più alto è stato il prezzo del petrolio». Il premier ricorda che fu proprio un grosso produttore come lArabia Saudita a ritenere «esagerato» un prezzo che «andava oltre i cento dollari» al barile e «propose di scendere a un prezzo medio di 75». Insomma, «cè una posizione comune per il contrasto alla volatilità dei prezzi del petrolio». Ma, aggiunge, «anche del rame, dellacciaio, del riso, del grano e della soia per evitare che le speculazioni portino i prezzi a livelli tali da produrre disastri in diversi Paesi del mondo con oltre un miliardo di cittadini che hanno fame». Una battuta, poi, per «benedire» laccordo trovato a Bruxelles sui nomi che andranno a guidare lUnione europea e che hanno visto lesclusione di Massimo DAlema in corsa per la poltrona degli Esteri. «Sono state - spiega - le uniche scelte possibili per mettere daccordo tutti». Insomma, alla fine «è stata unintesa premiante» e «sono sicuro che sono persone di valore e che faranno bene».
Prima della cena con Re Abdullah il Cavaliere incontra anche laccogliente comunità italiana di Gedda, oltre duecento persone riunite in unassociazione culturale che si occupa di favorire larrivo di aziende italiane in Arabia Saudita (in questo senso il premier spiega di aver «prospettato una missione di piccoli e medi imprenditori italiani per proporre la possibilità di una loro partecipazione con imprenditori locali in diverse imprese»). Un incontro che è loccasione per parlare anche di cose italiane e scambiare qualche battuta in privato con questo o quellimprenditore. Con una premessa agli italiani che vivono nella regione di Gedda: «I nostri rapporti con il mondo arabo sono molto migliorati dopo che abbiamo risolto la questione con la Libia. Abbiamo messo a segno un gol che ci ha fatto avere la simpatia di tutti i Paesi arabi».
Parla a braccio il premier e assicura che «la maggioranza è solida» e «porterà a termine il mandato della legislatura». Certo, ammette, «noi qualche volta manchiamo in aula ma è semplicemente perché non siamo professionisti della politica né funzionari di partito». Ma «realizzeremo ciò che abbiamo promesso». Daltra parte, aggiunge, «la nuova moralità della politica non è solo non rubare» ma anche «mantenere le promesse fatte agli elettori». Poi, un invito agli imprenditori perché «la crisi è ormai alle spalle». E proprio nellincontro con il ministro delle Finanze aveva definito le piccole e medie imprese italiane «il nostro petrolio». Solo alla fine, stringendo la mano ad alcuni dei presenti, non nasconde un po di stanchezza.
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