Claudio De Carli
Lultima indiscrezione è una notizia a metà: Inter e Milan starebbero pensando a una soluzione in comune per lo stadio. Cè dellaltro, il nuovo stadio non sorgerebbe neppure così lontano da San Siro, anzi, cè già praticamente appiccicato perché larea individuata per il nuovo impianto sarebbe quella dellattuale Trotter, diviso dal Meazza solo dalla pericolosissima via Piccolomini.
Le cose starebbero più o meno così: la trattativa sullacquisto di San Siro è praticamente ferma, bloccata fra domanda e offerta. Il Comune valuta limpianto 80 milioni di euro, Inter e Milan faticano ad arrivare alla metà. Inoltre alcune questioni rimangono in sospeso, per esempio quella della vicina area del Trotter e quella legata a via Piccolomini.
Il questore Paolo Scarpis ritiene questa via assolutamente ingovernabile, troppo stretta per farci entrare i suoi uomini e inoltre ricettacolo di giochi sporchi, leggi giro di scommesse clandestine. Quindi occorre intervenire. Un progetto prevede lassorbimento dellarea con lidea di ricavare il nuovo ingresso dello stadio dalle tribune del trotto, ma le questioni sorte attorno a questa ipotesi hanno messo in fuga ogni ulteriore approfondimento. Gruppo verde San Siro, Wwf e Italia Nostra, hanno anticipato che daranno battaglia su questa soluzione, non ritenendo affatto necessaria la distruzione dellippodromo per rientrare nel Decreto Pisanu sulle norme per la sicurezza. Inoltre si è creata una frattura quando Snai, azionista di maggioranza, ha chiesto di poter edificare sulle piste di allenamento, in cambio della cessione del trotto.
Al momento il Prefetto opera in deroga relativamente a questo spicchio: qui il cerchio della zona di prefiltraggio delimitata da barriere mobili e più ampia di quella in cui verranno inseriti i tornelli, si spezza. Largomento non è semplice, la Sovrintendenza alle Belle Arti tutela limpianto, trasferire il trotto fuori Milano è unimpresa.
La questione finirà sicuramente in Consiglio comunale con verdi e sinistra che vorrebbero vincolare larea. Ma molte questioni potrebbero essere baipassate se la vendita non vedesse direttamente coinvolto il Comune ma fosse una trattativa tra privato e privato, per esempio fra i due club e la Snai, in gravi difficoltà economiche e più che intenzionata a vendere.
Una stima sufficientemente reale indica in 60 milioni di euro la cifra necessaria da investire nel Meazza per metterlo alla pari dei grandi impianti europei di recente costruzione o ristrutturazione.
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