Meazza, prime "macerie". La maggioranza si sgretola

Gli strascichi della notte dello stadio. Monguzzi lascia: "Traditi valori green". Truppo (Fdi) : "Si torni alle urne"

Meazza, prime "macerie". La maggioranza si sgretola
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Non è stato ancora abbattuto il Meazza ma tutt'intorno ci sono già le macerie. Macerie politiche che raccontano quanto abbia lasciato il segno la lunga notte in consiglio comunale dove si è votata la venditaai fondi americani proprietari di Milan e Inter. Il sindaco Sala a botta calda non aveva usato troppi giri di parole per commentare un "sì" tormentato, conscio degli strascichi che avrebbe lasciato: "Sono cinico- aveva detto- ma conta risultato". E ieri in apertura della Milano Digital Week, ha ribadito il concetto: "Tra un po' eleggerete il prossimo sindaco e ricordatevi che a Milano serve un sindaco che abbia coraggio e metta a rischio la propria credibilità. Perché noi siamo stati vittima dell'idea che Milano è ferma, ma quella dello stadio è la decisione più difficile che qualunque comune italiano ha preso nell'ultima fase e che dimostra che noi vogliamo andare avanti. Si può sbagliare o no ma realtà come Milano hanno sempre bisogno di una prospettiva. Se poi quello che si fa non piace, i cittadini voteranno in un altro modo...".

E questo è il prossimo futuro. Il presente è ancor peggio. Con la sinistra che si lecca le ferite, con una maggioranza che pare sgretolarsi, che ha faticosamente approvato la delibera della vendita solo grazie all'aiuto di Forza Italia che è uscita dall'aula facendo abbassare il quorum e facendo infuriare il centrodestra.

Intanto dalla maggioranza esce il Verde Carlo Monguzzi. E non in silenzio: "Questa coalizione ha tradito i valori, gli ideali e le promesse con cui siamo stati eletti- spiega- siamo passati dal sogno iniziato con Pisapia alla deriva e all'incubo di questi giorni". "La situazione dopo il Salva Milano è addirittura molto peggiorata - continua il consigliere dei Verdi- Alla delibera stadio è contro persino il comitato legalità. Nella notte di San Siro hanno addirittura impedito la votazione dei nostri emendamenti. Ma il macigno politico, che era nell'aria da tempo e che si ripeterà, è la sostituzione di una parte della maggioranza (ambientalisti e sinistra) con Forza Italia. La maggioranza diventa diversa da quella uscita dalle urne. La maggioranza green non c'è più. C'è una coalizione he ama il cemento, il Salva Milano, la svendita di San Siro. È salutare starne alla larga". Tira aria pesante anche a destra, con malumori per la decisione di Fi che, ad eccezione di Alessandro De Chirico, non ha bocciato la delibera. "Il sindaco di Milano Sala prova ancora una volta a scaricare le responsabilità sugli altri, ma i fatti parlano chiaro: la sua maggioranza è spaccata- commenta Alessandro Verri, capogruppo della Lega a Palazzo Marino- La verità è che non cambierà nulla: nessun assessore della giunta peggiore che Milano abbia avuto dal dopoguerra verrà rimosso, nonostante gli enormi problemi che la città vive ogni giorno, a partire dall'urbanistica. In merito a San Siro, respingiamo al mittente le accuse del sindaco: il nostro voto non era contro o a favore di Sala, ma nel merito della delibera. La nostra contrarietà nasceva dal contenuto, dalla mancanza di trasparenza e condivisione. La prossima volta, se la maggioranza tiene davvero a Milano, dovrebbe lavorare in maniera seria, aprendo il confronto sul progetto e sulle trattative, invece di rinchiudersi nelle segrete stanze".

Punta il dito contro Sala a la vendita dello stadio anche il capogruppo di Fdi Riccardo Truppo: "Se il sindaco vuole fare del bene alla città e ha veramente a cuore le sue sorti, permetta ai cittadini di tornare a votare presto- dichiara- Lo dicevamo da mesi che la giunta Sala dovesse dimettersi, proprio a causa del fatto che sui grandi temi in cui serve visione politica per il futuro della città non c'è più una maggioranza solida e stabile. La conferma è stata la delibera su San Siro con una trattativa intrapresa da Sala, per anni come se fosse una vicenda privata. E questo ha provocato in realtà l'impossibilità per il centrodestra, l'opposizione e le forze sane che tengono a Milano e al suo futuro, di dare un fattivo contributo.

Lo abbiamo visto anche con l'uscita sgrammaticata politicamente del vice sindaco Scavuzzo che, in conferenza stampa, ha dichiarato il provvedimento inemendabile come se ci trovassimo nella peggior atmosfera sovietica di vecchia memoria"

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