Medicina, etica e costi al convegno salva-cuore

Tavola rotonda con esperti da tutto il mondo domani sera a Villa d’Este a Cernobbio

Gioia Locati

Etica e costi della medicina oggi. Un po’ come la scienza e la fede di galileiana memoria. Debbono ignorarsi? Percorrere strade parallele come binari o piuttosto incrociarsi e abbracciarsi? Prendiamo il caso, frequentissimo oggi, di un malato di cuore anziano, con poche prospettive di vita. La Costituzione parla chiaro: ognuno ha diritto a ricevere tutte le cure possibili, senza distinzioni di età o di conto in banca. Oggi ci sono dispositivi salvavita costosissimi ma c’è anche la guardia di finanza che controlla le spese pubbliche. I medici si sentono tra due fuochi: «Con che criterio intervenire con un limite di spesa? Dovremmo arrivare a escludere qualcuno?» si chiedono.
È questo il tema della tavola rotonda «Gli aspetti etici nell’uso dei nuovi dispositivi salvavita» promosso dalla Fondazione «Un cuore per Milano» che si svolgerà domani a Cernobbio (dalle 19 alle 20.30 al Grand Hotel Villa d’Este sala delle Colonne). All’incontro, moderato dal professor Maurizio Viecca, direttore della Cardiologia del Sacco e dal direttore della cattedra di Cardiologia, Cesare Fiorentini, interverranno: Giuseppe Grechi, presidente della Corte d’Appello di Milano; Mario Blandini, procuratore generale di Milano; Carlo Lucchina, direttore generale dell’assessorato Sanità in Regione; Felice Achilli, direttore della Cardiologia dell’ospedale Manzoni di Lecco; Sandro Raimondi, pubblico ministero della Procura di Milano, Luigi Corradini, direttore generale dell’ospedale Sacco e Roberto Fumero, presidente del gruppo nazionale di Bioingegneria.
La tavola rotonda si svolgerà a conclusione della prima parte del congresso internazionale di cardiologia (sabato la seconda parte). Alla presenza di esperti da tutto il mondo l’ospedale Sacco illustrerà l’esperienza dell’ultimo anno nel trattamento dei malati di cuore con uno degli ultimi ritrovati salvavita, l’«Impella». Spiega il professor Viecca: «È un nuovissimo dispositivo, una sorta di catetere che si introduce nel ventricolo per via femorale, permette il flusso sanguigno e impedisce lo shock, il momento critico, nel paziente colpito da infarto. È un dispositivo monouso da applicare al paziente al suo arrivo in ospedale che costa 6mila euro. Per questo, tornando alle questioni etiche ci si chiede: se non dobbiamo spendere troppo con che criterio ad esempio dobbiamo scegliere i malati a cui applicare l’Impella?».
Durante il convegno si farà anche il punto del progetto «Misafe», partito un anno fa e definito un «network cardiologico» per la sua capacità di coinvolgere gli specialisti e le strutture di cinque ospedali: Sacco, San Paolo, Niguarda, Fatebenefratelli e San Carlo. Si tratta di un piano messo a punto dalla Regione Lombardia per abbattere la mortalità provocata dalle malattie cardiovascolari nel biennio 2005-2007.

«Un grande esperimento - ha commentato Viecca -; per la prima volta si è creata una vera collaborazione fra i reparti di cardiologia di cinque ospedali: grazie all’interscambio dei medici un malato ha sempre a disposizione specialisti e apparecchiature 24 ore su 24».

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