Medio oriente, Netanyahu ottimista: «È possibile raggiungere un accordo»

Il 2 settembre il primo ministro incontrerà il leader palestinese a Washington per l'apertura di negoziati diretti dopo mesi di stallo

«Se la leadership palestinese affronterà le trattative con la medesima serietà che abbiamo noi è possibile raggiungere un accordo duraturo che garantisca pace e sicurezza a entrambi i popoli», ha affermato domenica il premier Benjamin Netanyahu aprendo la consueta seduta del Consiglio dei ministri. Il 2 settembre il primo ministro incontrerà il leader palestinese a Washington per l'apertura di negoziati diretti dopo mesi di stallo. Ci saranno anche il presidente americano Barack Obama, il rais egiziano Hosni Mubarak e del sovrano giordano Abdallah II.
L'obiettivo da raggiungere nei negoziati che stanno per essere avviati a Washington, ha aggiunto Netanyahu, «non è di conseguire una sospensione tattica» delle violenze ma di gettare le basi per «un accordo di pace che duri generazioni».
In una precedente consultazione con i ministri del suo partito, il Likud, Netanyahu ha precisato che resta inalterata la decisione del suo governo per una moratoria di dieci mesi nell'avvio di nuovi progetti edili israeliani in Cisgiordania: un congelamento che si concluderà il 26 settembre prossimo. «In merito non ci sono nuove decisioni», ha aggiunto il primo ministro.


Nei giorni scorsi, di fronte alla pressioni dei palestinesi e degli Stati Uniti per assicurare una estensione della moratoria, il ministro Dan Meridor (Likud) ha enunciato una possibile forma di compromesso in base alla quale Israele, dopo il 26 settembre, autorizzerebbe la ripresa di costruzioni soltanto nelle zone di colonizzazione ebraica più popolose, a ridosso della Barriera di sicurezza. Ma queste idee, ha precisato domenica Netanyahu, riflettono soltanto il pensiero di Meridor e non la linea del governo.

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