Mediobanca, Doris «invita» Zonin

da Milano

Il legame con Cattolica ha convinto l’Antitrust a escludere Popolare Vicenza dalla spartizione del 9,39% ceduto da Unicredit, ma per Gianni Zonin le stanze dei grandi soci di Mediobanca restano aperte. Ennio Doris, che con Mediolanum ha accresciuto il proprio peso in Piazzetta Cuccia, spezza una lancia a favore delle ambizioni della cooperativa vicentina. Dove già la scorsa settimana, malgrado il muro alzato da Antonio Catricalà intorno alla vendita avviata da Piazza Cordusio, si respirava l’intenzione di non rinunciare a un investimento in Mediobanca ritenuto «strategico».
Zonin «se vuole può comprare sul mercato, poi bussare alla porta, per me è un amico» ha detto Doris che, oltre a condividere con l’imprenditore-banchiere i natali veneti, ha nel proprio portafoglio personale un pacchetto di azioni della cooperativa vicentina acquistato qualche anno fa come suggello di un accordo di bancassurance siglato tra Mediolanum e Vicenza.
In ogni caso Doris si è mostrato «molto felice» che il patto di sindacato di Piazzetta Cuccia si sia «allargato» ammettendo la famiglia Benetton (2,17%), Fininvest (1%) e la tedesca Sal Oppenheim (1,7%). Ha accresciuto il proprio peso nel patto anche la squadra di Vincent Bollorè; l’Antitrust ha invece estromesso Popolare Vicenza perché legata a Cattolica da plurime iniziative industriali in campo assicurativo per di più suggellate dall’asse azionario: per quanto Cattolica sia una cooperativa, Zonin con il 12% del capitale è il primo socio del gruppo veronese davanti agli spagnoli di Mapfre.
Il 2% di Piazzetta Cuccia, inizialmente «prenotato» da Vicenza, è stato così affidato da Unicredit alle casseforti dell’inglese Barclays tramite un contratto di equity swap di sei mesi che ha tagliato fuori Zonin dal riassetto di Mediobanca. «Mi è spiaciuto che non si sia potuta fare la stessa cosa per Popolare Vicenza ma nulla è perduto», ha detto Doris secondo cui al termine dello swap il 2% «andrà a finire sul mercato», aumentando il flottante di Mediobanca. Il banchiere ha quindi spostato l’attenzione sulla «sua» Mediolanum, il gruppo del risparmio gestito di cui condivide il controllo con Fininvest. «Siamo la banca più efficiente. Siamo i più corteggiati, ma io sono troppo innamorato di quello che sto facendo per cedere», ha detto Doris per nulla intenzionato a fare un passo indietro. «Il 2008 - ha aggiunto - sarà un anno non facile per i mercati, specialmente nei primi 6 mesi, ma noi siamo fiduciosi». Quanto al 2007, Doris ha anticipato che il gruppo chiuderà registrando l’apertura di 130mila nuovi conti correnti nel corso dell’anno.

«Nel 2007 abbiamo realizzato tre grandi successi: abbiamo aumentato la nostra capacità distributiva incrementando da 4 a 5mila i nostri family bankers. Sul fronte dei nuovi clienti contiamo di chiudere l’anno con 130mila nuovi conti. Infine, la riforma previdenziale ci ha visto protagonisti».

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