Diego Della Valle non entrerà nel cda di Mediobanca. Almeno per ora. A nulla è valso l’investimento agostano con il quale l’imprenditore marchigiano si è assicurato la disponibilità dell’1,9% (dal precedente 0,48%) nel capitale e nel patto di sindacato di Piazzetta Cuccia. Con la conquista di un maggior peso e una forte dimostrazione di fiducia che probabilmente meritavano più fortuna e una rappresentanza in consiglio. Invece niente.
A far posto a Della Valle, per il gioco degli equilibri interni tra i tre gruppi di grandi soci (banche, imprese e francesi) e nel rispetto delle nuove regole di governance, avrebbe dovuto essere Jonella Ligresti. Ma una serie di fattori ieri ha bloccato la staffetta, che forse doveva restare segreta fino a oggi - giorno stabilito per la presentazione da parte del patto della lista di maggioranza con i nomi per il prossimo cda, che verrà rinnovato nell’assemblea di fine ottobre. Da un lato lo stesso Della Valle ha definito «assolutamente infondate le voci relative» alla sostituzione di Jonella Ligresti, «che è una mia amica». Dall’altro sembra che il passo indietro della figlia di Ligresti sia stato stoppato in prima persona dal padre Salvatore, per nulla disposto a vedere la famiglia fuori dal consiglio di Mediobanca, nonostante il difficile momento attraversato dal gruppo FonSai. Infine, posto che Della Valle aveva chiarito fin da subito che un suo ingresso nel cda sarebbe eventualmente avvenuto senza alcuna forzatura, nel giro di consultazioni svolto in questi giorni tra i vari protagonisti del patto sarebbero emerse posizioni non entusiaste. Il che, sulla carta, potrebbe riguardare il gruppo dei francesi guidati da Bolloré. Ma anche qualche socio industriale che non gradisce l’iperattivismo di Mr Tod’s soprattutto in chiave Rcs-Corriere della Sera, di cui Mediobanca è il principale azionista. Gli schieramenti, almeno in teoria, riflettono da un lato lo strappo delle Generali di primavera scorsa, quando Della Valle attaccava Cesare Geronzi, e Bolloré si schierò con il presidente, in polemica con il management; dall’altro il tentativo di Mr Tod’s di crescere nel Corriere della Sera, osteggiato da molti tra cui il presidente di Intesa Gianni Bazoli, quello del patto Rcs Giampiero Pesenti e il presidente del gruppo editoriale, Piergaetano Marchetti. In altri termini, qualche ricaduta sul nuovo cda di Mediobanca potrebbe esserci tranquillamente stata. Si vedrà.
Intanto oggi il patto presenterà la lista per il consiglio: 22 nomi tra i quali, come novità, ci saranno solo due professioniste donne, consiglieri indipendenti, indicate una a testa da imprenditori e francesi, E che sostituiranno Antoine Bernheim e lo scomparso Pietro Ferrero. Di questi, 21 andranno in cda, mentre il 22esimo membro verrà nominato dalle minoranze.
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