Le Medjugorje d'Italia

Ecco dove la Vergine appare ad appuntamenti fissi. Spesso attorno a questi luoghi è nato un fiorente giro d'affari tanto da far dire al Papa: "Il diavolo entra dal portafogli"

Le Medjugorje d'Italia

Alla fede non servono veggenti, ha recentemente detto Papa Francesco. In un'omelia mattutina ha messo in guardia contro «quelli che hanno sempre bisogno di novità dell'identità cristiana», che vanno in cerca dei «veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio, e vivono di questo». Parole che sono suonate come una sconfessione dei fenomeni di Medjugorje, le più famose apparizioni di quest'ultimo mezzo secolo che il Vaticano non ha né riconosciuto né condannato.

In realtà il pontefice non ha anticipato nessun giudizio su quanto avviene nella contrada bosniaca diventata in 30 anni una capitale del turismo religioso mondiale. E non si è espresso nemmeno sulle tante Medjugorje di casa nostra. Dalla pianura padana alla Sicilia, in Italia ci sono decine di veggenti, di statue della Madonna che piangono lacrime o sangue, di messaggi che invitano alla preghiera e alla conversione, di profezie più o meno catastrofiche. E dunque di folle che si ritrovano periodicamente, di pellegrinaggi, di Onlus nate per volontà divina con annesse raccolte di offerte e di 5 per mille. Ma c'è pure tanta gente che cambia vita, torna a pregare, si riavvicina ai sacramenti. In un conteggio probabilmente incompleto, a oggi la Vergine apparirebbe regolarmente a Zaro (isola d'Ischia), Velletri (Roma), Paratico (Brescia), San Bonico (Piacenza), Ostina (frazione di Reggello, Firenze), Monfenera (Treviso). Eventi analoghi sono capitati fino a pochissimi anni fa a Manduria (Taranto) e nella contrada Mammanelli di Avola (Siracusa). Immagini della Madonna piangono misteriosamente a Giampilieri Marina (Messina) e Piane Crati (Cosenza). E pochi giorni fa ad Auditore (Pesaro Urbino) una Madonnina in gesso avrebbe pianto lacrime rosso sangue.

I veggenti, o presunti tali, sono persone normali, che non vantano una particolare «fama di santità». I fenomeni avvengono nelle case, nei boschi, nei poderi di campagna, sulle montagne: non esiste un cliché delle apparizioni. Spesso vi si accompagna un certo giro di soldi e i più increduli hanno buon gioco quando Papa Francesco ripete che «il diavolo entra dal portafogli». La Chiesa è molto prudente. La legge canonica prevede che sia il vescovo locale a intervenire per primo, di solito nominando una commissione di teologi e psicologi per valutare i fenomeni. Se il primo giudizio è favorevole, interviene la Santa Sede con un secondo gruppo di esperti. Monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio, chiuse nel 2013 la ricognizione avviata nel 2009 a San Bonico con un giudizio negativo ritagliato dalla Divina Commedia : «Avete il novo e 'l vecchio testamento / e il pastor de la Chiesa che vi guida: / questo vi basti a vostro salvamento». Ma anche la gerarchia deve arrendersi davanti al miracolo. Il più clamoroso caso recente è la lacrimazione di Civitavecchia: dal 2 febbraio al 15 marzo 1995 una statuetta mariana di gesso acquistata a Medjugorje pianse sangue per 14 volte, l'ultima delle quali mentre era tenuta in mano, davanti a testimoni, dall'allora vescovo Gerolamo Grillo. Il monsignore abbandonò lo scetticismo predominante fino a quel momento. Fabio Gregori, proprietario del manufatto fabbricato da un artigiano bosniaco, e la figlia Jessica ebbero anche visioni e messaggi. Una volta Papa Giovanni Paolo II venerò in segreto la statuetta che si era fatto portare in Vaticano. Dal giugno 1995 essa non si trova più nel giardino di casa Gregori ma nella chiesa di Pantano, eretta nel 2005 a Santuario della Madonna delle lacrime. In una decina d'anni, con l'assenso alla venerazione pubblica, la Chiesa di fatto ha riconosciuto che quelle lacrime inspiegabili erano un evento miracoloso.

I fedeli chiedono segni, soprattutto la gente più semplice e marginale, che non frequenta parrocchie e catechesi, magari più esposta al rischio di essere catturata da una devozione formale se non superstiziosa, ma anche più aperta ad accettare avvenimenti fuori dall'ordinario. C'è da chiedersi se non ci voglia una fede maggiore per accostarsi a queste circostanze ancora non consacrate da una pronuncia ufficiale.

E qualche domanda se la dovrebbe porre anche la Chiesa «ufficiale», fatta di piani pastorali e gerarchie curiali, nel vedere che molti santuari e basiliche miracolose (da Assisi a Loreto, dal Santo di Padova a San Giovanni Rotondo di padre Pio, da Caravaggio alle Tre Fontane di Roma) sono sempre gremiti a differenza di tante parrocchie.

Stefano Filippi

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