Medusa infuriata: «Da Venezia troppe offese»

La casa cinematografica: «Mai fatte imposizioni alla Mostra, reazione volgare da parte di Müller»

Michele Anselmi

da Roma

Acque tempestose in Laguna. Per dirla in termini pugilistici: Medusa versus Mostra. Accade, come anticipato ieri anche dal Giornale, che la cine-casa di produzione e distribuzione pilotata da Giampaolo Letta non abbia mandato giù l’esclusione del film italiano proposto al festival, quel Viaggio segreto di Roberto Andò tratto dal romanzo Ricostruzioni di Josephine Heart. Ne nasce un caso, nelle stesse ore della conferenza stampa veneziana, che porta Medusa a ritirare, in segno di polemico disappunto, il thriller The Wicker Man, con Nicolas Cage, inserito nel programma dei fuori concorso di mezzanotte. Poteva concludersi lì. Invece il direttore Marco Müller replica sferzante sul Corriere della Sera: «Andò, che è un gran signore, ha sempre detto che lui a Venezia non voleva andarci. Ma Medusa voleva che il suo film fosse in concorso. Quello e basta. Non siamo in Bulgaria, dove si usano candidati unici. A me sarebbe molto piaciuto vedere i film di Tornatore e Avati. Loro proponevano solo Andò».
La controffensiva medusiana è stata affidata ieri a un lungo e ponderato comunicato ufficiale. Dove si legge alle prime righe, tanto per esser chiari: «Le scomposte reazioni e le volgari insinuazioni» del direttore della Mostra «offendono il cinema italiano - dunque anche Medusa che ne è il primo finanziatore - e tutti coloro i quali vi dedicano risorse, passione, professionalità». È il prologo di una vera e propria requisitoria. La società ricorda infatti: «I film presentati da Medusa (Viaggio segreto e Baciami piccina, ndr) non sono mai stati ritirati: semplicemente perché non selezionati. Evidentemente il direttore e i suoi selezionatori non li hanno ritenuti degni di partecipare avendo a disposizione titoli più appropriati. Medusa, del resto, li ha semplicemente proposti per essere visionati, logicamente seguendone con attenzione il percorso». E proseguendo: «Non ci sono mai stati né un “candidato unico” né modi di imposizione o ritorsione; e neppure - ma in questo caso smentire il concetto pare assurdo - forzature sulla volontà di un regista per costringerlo a partecipare al concorso contro la sua volontà».
Insomma, un clima da ferri corti. Con Medusa che risponde piccata punto su punto, spiegando che, «quanto all’evocazione della Bulgaria d’epoca, siamo i primi a considerarci felicemente parte di un Paese serio e civile, dove anche in un festival di cinema i film vengono scelti dopo essere stati visionati». Infine, dopo aver ricordato che La sconosciuta di Tornatore e La cena per farli conoscere di Avati «non sono pronti», poiché in uscita rispettivamente a novembre e gennaio 2007, l’affondo più duro: «Medusa rispetta, come ha sempre fatto, i risultati delle selezioni e accetta con uguale compostezza i verdetti delle giurie. Ma ci si lasci almeno la libertà di essere dispiaciuti e amareggiati per taluni comportamenti che non fanno onore ad una Mostra chiamata a confermarsi come il più antico, nobile e prestigioso appuntamento cinematografico internazionale».
Che succederà adesso? Dai vertici della Biennale arriva un diplomatico no comment, nella speranza di «non alimentare la polemica e chiudere la faccenda». Il presidente Davide Croff fa sapere che non rilascerà dichiarazioni in merito, al pari del direttore Müller, in partenza per la Russia e ieri pomeriggio ospite di Hollywood party. Ma non sarà facile, nell’immediato, ricucire i rapporti con Medusa. La quale, pur criticando «l’ottica un po’ ossessiva con la quale si guarda alla Festa del cinema di Roma come possibile fonte di danno per Venezia», probabilmente si rivolgerà con crescente simpatia alla manifestazione capitolina. Un piccolo paradosso politico-artistico che in realtà non sorprende nessuno. Il direttore Giorgio Gosetti, dopo aver incassato da Medusa il napoleonico N. Ucciderò il tiranno di Paolo Virzì con Daniel Auteuil e Monica Bellucci, potrebbe ora contare anche su quel Viaggio segreto dispiaciuto ai veneziani. E chissà che Letta non riesca nel miracolo di assicurare a Veltroni l’attesissimo noir The Departed di Scorsese. Questo sì che sarebbe uno smacco per Venezia.

Prova a sdrammatizzare Riccardo Tozzi, produttore bipartisan sia di Amelio (Venezia) sia di Virzì (Roma): «I due festival rappresentano una doppia opportunità per il cinema d’autore. Mi auguro solo che si facciano concorrenza, non la guerra». Già.

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